Dopo il primo appuntamento sulla terra a Montecarlo, Federer ha rilasciato al giornale tedesco Frankfurter Allgemeine una lunga e interessante intervista nella quale ha affrontato vari temi tra cui la famiglia, il rapporto con Edberg, la Coppa Davis e la gestione dell’aspetto psicologico nei match, terminando con considerazioni importanti sul suo futuro.
L’impatto della famiglia nella vita quotidiana rimane l’aspetto che maggiormente ha stupito Federer: “Sì, è strano per me pensare che ho una famiglia così grande e continuo ancora a giocare – spiega il campionissimo svizzero – In passato pensavo soltanto a me stesso come tennista, viaggiavo spesso da solo, a volte con l’allenatore, i miei genitori o mia moglie. Una famiglia è però una cosa diversa. Quello che sto vivendo negli ultimi sei anni è un qualcosa di totalmente diverso. Io e Mirka siamo privilegiati ad essere genitori. Con l’esperienza di tanti anni di viaggio alle spalle potrò insegnare ai miei bambini come comportarsi in giro per il mondo, fargli conoscere diversi luoghi e culture. Sarà un’incredibile lezione di vita”.
Il fuoriclasse di Basilea ha commentato quindi il suo inizio di stagione, illustrando i programmi per i prossimi mesi: “L’Australia per me è stata una delusione totale, perché ho giocato davvero male contro Seppi – sentenzia l’attuale numero due del ranking – Riguardo la stagione sulla terra non ho ancora preso una decisione. Dopo MonteCarlo spero di poter fare bene a Istanbul, Madrid e Parigi, raggiungendo almeno le semifinali del Roland Garros. È chiaro che per me il clou verrà sull’erba con Halle e Wimbledon. Darò la massima priorità alla settimana extra tra Parigi e Halle per poter preparare al meglio la stagione sull’erba”.
Sulla Coppa Davis Roger ha dato un giudizio sicuramente positivo anche se non pare intenzionato a tornare a disputarla. “Giocare in Coppa Davis è stata un’esperienza rinfrescante. Ma puoi giocare lo stesso torneo per 15 anni? Non credo si possa, perché nel frattempo vuoi conseguire anche altri obiettivi. E questi cambiano sempre. Nella vita bisogna cambiare e le esibizioni con Sampras e Dimitrov mi hanno dato molto, anche se mi rendo conto che non sono paragonabili a Wimbledon, gli Us Open o Basilea. Tuttavia, in me rimane il fuoco della competizione. Non voglio avere la sensazione di dire ‘ok, ho giocato tutti i tornei 15-20 volte, ora mi fermo’. Voglio mantenerla sempre un’esperienza eccitante”.
L’obiettivo in termini futuri rimane comunque l’Olimpiade di Rio 2016: “Per me condividere uno spazio sul campo è sempre qualcosa di speciale. Ho già Stan con cui giocherò il doppio, ma ancora non ho deciso se disputare due o tre tornei. Ovviamente più sono e più ci sono possibilità di conquistare una medaglia. Non pensavo davvero di arrivare a Rio 2016, ma il mio obiettivo è stato sempre quello di giocare più a lungo possibile. Certo, devi accettare che non si può vincere un torneo e che hai sempre più probabilità di perdere, ma ho sempre voluto rimanere in forma il più a lungo possibile”.
Federer ha poi parlato del suo rapporto con Edberg, che lo allena da ormai un anno e mezzo circa. L’ex tennista svedese è molto importante per la qualità e quotidianità del lavoro: “Per me è motivante lavorare con lui, è come un sogno poter trascorrere del tempo insieme, anche solo per un caffè. Lui mi riporta alla mente cose che in realtà già so, ma che talvolta vanno sottolineate di nuovo. È un uomo di poche parole”.
Il sodalizio con Edberg ha, di fatto, dato la possibilità a Federer di concentrarsi molto su stesso, tentando di trovare l’approccio giusto soprattutto nei momenti critici: “A volte devi essere duro con te stesso e ammettere che stai giocando male, provare a fare qualcosa di diverso, provare a cambiare il gioco del tuo avversario. Funziona anche mantenere la calma, dirsi che il traguardo per l’avversario è ancora lontano. Bisogna comunque rimanere sempre concentrati sul proprio gioco. Perché se si pensa troppo lontano si può incorrere in troppi errori. La concentrazione è fondamentale”.
E sul futuro? Il tennista elvetico esclude categoricamente che possa diventare allenatore: “No, non penso che potrei fare l’allenatore – spiega Federer – non riuscirei ad essere libero sette giorni su sette, non credo sia realistico pensando anche alle esigenze della mia famiglia. I miei figli? L’altro giorno una delle mie figlie mi ha detto: ‘papà stai sbagliando, stai colpendo male la palla’. Per me è fondamentale che amino lo sport, che imparino la coordinazione e l’atletismo, che capiscano e accettino vittoria e sconfitta. Li sosterrò, ma non credo che li allenerò”.