Giovinco ha ormai salutato il calcio italiano per cominciare una nuova avventura con la maglia del Toronto, che ufficialmente prenderà il via il prossimo luglio. Sebastian sbarca in Canada, nonostante tutto lasciasse presagire una sua permanenza in Italia. Non sono mancati i commenti sulla sua decisione, a volte anche contrastanti, ed effettivamente la vicenda non può che rivelarsi in tutta la sua ambiguità, complici i più punti di vista con cui la si può guardare.
Perché ha fatto bene – Anni ed anni di gavetta in Serie A con le maglie di Empoli, Juventus, Parma ed ancora Juventus. Una carriera passata tra la titolarità in squadre medio-piccole alla panchina costante nel club che lo ha scoperto. Eppure nella sua prima, vera, avventura alla Juventus lo spazio non era mancato, ma complici scelte societarie differenti, il campo era iniziato a latitare, fino a spingerlo a fuggire a Parma per cercare la rinascita. Lì effettivamente si riscopre il Giovinco di Empoli, quello che segna e che fa impazzire le difese avversarie, tanto da far innamorare ancora il club che lo ha allevato e che decide di riportarlo nuovamente a Torino nel 2012 nonostante sulle sue tracce ci fosse l’Inter. Ma tornato alla Juventus l’incubo precedente si ripete, lo spazio pian piano diventa sempre meno, nonostante un allenatore, Antonio Conte, che straveda per lui. Fino ad arrivare ad Allegri. Con l’ex allenatore del Milan la formica atomica praticamente non gioca più ed inizia a maturare la scelta di abbandonare la Juve e soprattutto l’Italia. Giovinco è il ritratto di quanto sta accadendo nella società italiana, una società dove non c’è più posto per i giovani e nel caso del calcio, una società dove c’è posto per giovani stranieri fantomatici campioni, pagati milioni, ma poi rivelatisi bidoni, ma non per i talenti di casa.
Perché ha fatto male – La scelta del calciatore è sbagliata se si considera che le offerte per restare nel grande calcio di certo non erano mancate. Monaco e Fiorentina in parte, ma soprattutto il Bologna, che tanto lo aveva cercato nei primi giorni di gennaio per rinforzare l’organico e che Sebastian aveva malamente rifiutato. Giovinco forse con troppa presunzione vola alto, vuole rimanere alla Juve, salvo poi cambiare idea a causa del peso dell’offerta milionaria del Toronto. Quella di trasferirsi in Canada è una scelta che un calciatore ventisettenne dalle sue qualità non avrebbe mai dovuto compiere. Lui al calcio vero e proprio ha preferito il business calcistico. Una scelta che non sarebbe discutibile per un giocatore che ha superato i 33 anni, ma che ad un’eterna promessa ancora in attesa di esplodere non doveva proprio passare per la mente. Con la scelta di trasferirsi a Toronto, Giovinco manda alle ortiche una carriera per poter recarsi al cospetto del dio denaro, diventando la perfetta incarnazione del detto popolare: “meglio l’uovo oggi, che la gallina domani!”
Pur diventando l’italiano più pagato della storia della Mls, Giovinco non è sicuramente il primo calciatore made in Italy che abbia deciso di trasferirsi nella Major League Soccer. Prima di lui ci avevano pensato Alessandro Nesta, Marco Di Vaio, Bernardo Corradi, Matteo Ferrari, tutti giocatori che il culmine della loro giovinezza e carriera lo avevano passato da un bel pezzo. E prima di loro, ci avevano pensato l’attuale allenatore del Parma, Roberto Donadoni e Caricola ad inaugurare il movimento migratorio verso la Mls, nel lontano 1996, aperto addirittura da Roberto Bettega nel 1985. Giovinco diventa quindi oltre al più pagato, anche il più giovane calciatore ad essere mai sbarcato in Mls e chissà che tra qualche anno non lo si possa rivedere in Italia, magari perché avrà scoperto che i soldi non sono poi proprio tutto nella vita.