quintana giro d'italia

La prima vera salita del Giro d’Italia ha fornito tante indicazioni in merito alla lotta alla Maglia Rosa: sul Blockhaus, sede d’arrivo della nona tappa, Nairo Quintana ha posto il primo mattone verso la conquista del suo secondo Giro tagliando in solitaria il traguardo ed infliggendo distacchi non marginali a tutti gli avversari, a partire da Vincenzo Nibali che, quinto, ha pagato con un minuto di ritardo.

Ha fatto lavorare tutto il giorno la squadra, poi ha finalizzato il lavoro con uno, due, tre, quattro e cinque attacchi sulle rampe conclusive. C’è chi ha preferito procedere del suo passo, chi ha provato a resistere in progressione come Vincenzo Nibali e Thibaut Pinot, gli ultimi a restare agganciati alla ruota del colombiano fino ai quattro chilometri alla conclusione. Poi non c’è stato più nulla da fare: troppo forte l’atleta della Movistar, che ha continuato a spingere senza problemi fino all’arrivo.

Nibali ha pagato lo sforzo ed è giunto quinto a un minuto. Prima di lui, a 24″, lo stesso Pinot e un Tom Dumoulin in grande spolvero: l’olandese della Sunweb ha compiuto una vera cronoscalata e nella crono vera, quella che attende nella prossima tappa i corridori (la Sagrantino Stage da Foligno a Montefalco) andrà con ogni probabilità a prendersi la Maglia Rosa, diventando un cliente pericoloso per tutti. Quarto un altro olandese, Bauke Mollema, mentre dietro Nibali sono giunti i suoi connazionali Domenico Pozzovivo, buon sesto, e Davide Formolo, che ha mollato subito il gruppetto dei migliori, ma alla fine ha chiuso in maniera positiva in decima posizione, diventando il nuovo leader della maglia bianca.

E c’è poi chi ha perso tanto terreno: lo statunitense Tejay Van Garderen, l’olandese Steven Kruijswijk, il russo Ilnur Zakarin e poi tre corridori di classifica messi fuori gioco da una moto della polizia che, ai meno quindici chilometri, stava in una posizione in cui non doveva trovarsi, falciando diversi atleti e costringendo loro a chiudere a tanti minuti di ritardo. I tre in questione sono Geraint Thomas, Mikel Landa e Adam Yates: in pratica, per i due capitani del Team Sky e per il leader della Orica-Scott, venuti qui con l’intento di puntare al massimo risultato, il Giro è finito.