La sedicesima tappa del Giro, breve ma caratterizzata da due GPM impegnativi come il Passo della Mendola e il Fai della Paganella, sembrava adattarsi bene alle ambizioni di chi, fino a questo momento magari ancora a secco, cercava un successo di tappa o qualche rivincita personale.
E non a caso, sul traguardo di Andalo si è imposto allo sprint un eccellente Alejandro Valverde, apparso completamente rigenerato dopo la battuta d’arresto di Corvara e la discreta prestazione nella cronoscalata di Alpe di Siusi. Alle sue spalle, un Kruijswijk sempre più padrone di questa edizione del Giro. L’olandese non si è limitato a difendere la maglia, come sarebbe stato del resto lecito attendersi, ma ha condotto una gara tutta d’attacco, dando vita insieme a Zakarin e Valverde alla fuga a tre che risulterà decisiva, cedendo solo allo sprint allo spagnolo della Movistar. La migliore risposta che il ventottenne orange potesse dare a chi nutriva dubbi sulla sua tenuta e fisica e psicologica. Davvero invidiabile la condizione di forma del capitano del Team Lotto Jumbo.
Lo stesso, purtroppo, non possiamo dire di Vincenzo Nibali, anche oggi rivelatosi la controfigura di se stesso, lontano parente dello Squalo che anestetizzava il Tour a suo piacimento. A dispetto delle dichiarazioni della vigilia,improntate su una comprensibile voglia di rivalsa dopo la disfatta della cronoscalata di domenica, Nibali ha palesato una condizione ben lontana dall’essere accettabile. Ci si attendeva uno Squalo ben più battagliero ma evidentemente le gambe non girano ed il siciliano, non solo non è riuscito ad attaccare i propri rivali, ha dovuto lasciare via libera agli scatenati Valverde (che lo ha anche sopravanzato in classifica generale) e Kruijswijk, rimediando rispettivamente 1′ 52” dallo spagnolo e 1′ 46” dall’olandese. E’ pur vero che le tappe successive ad un giorno di riposo sono sempre da prendere con le molle (ieri a causa di forti piogge i corridori praticamente non hanno potuto allenarsi) ma la pedalata di Vincenzo ha confermato di essere pesante e soprattutto poco incisiva.

Era stato facile e buon profeta Maurizio Fondriest quando aveva pronosticato gli ultimi chilometri del Fai della Paganella come cruciali per la vittoria finale. Ed è stato effettivamente lì che Valverde, Kruijswijk e Zakarin hanno fatto il vuoto, staccando tutti gli altri maggiori protagonisti della corsa rosa ed andando poi a disputarsi la vittoria finale.
I primi 40 km della tappa, in falsopiano a scendere, facilitano immediatamente fin dalle prime battute l’avvio di ritmi vertiginosi: non a caso la media finale sfiorerà i 45 km/h. Ma le prime schermaglie vere si vedono sul passo della Mendola, quasi 15 km con una pendenza media superiore al 6%, con la Movistar a cercare di fare la corsa ed un Valverde subito brillante. Al GPM passa per primo Lopez Garcia con un ottimo Jungels ed un lodevole Ulissi (che si classificherà poi quarto) in evidenza. Ma i big rimangono tutti insieme,a parte Chaves che in questa fase accusa un certo ritardo insieme a Majka. Rientrerà poi nel convulso finale insieme al polacco. La vera svolta,però,avviene sull’ultima asperità di giornata,la Fai della Paganella, con l’attacco ai -15km di Valverde subito seguito a ruota da Kruijswijk e poco dopo da Zakarin. In un primo momento Nibali e Firsanov rientrano sui tre di testa ma in breve sono costretti a cedere sempre più terreno ai tre battistrada sotto i colpi del ritmo infernale impresso soprattutto da Zakarin. E’ lo strappo definitivo che porterà i tre fuggitivi a contendersi la vittoria di tappa. Non sappiamo se questa frazione potrà risultare risolutiva per le sorti del Giro ma è certo che il margine di vantaggio di Kruijswijk è a questo punto consistente,ma soprattutto l’olandese ha dato una dimostrazione di forza quantomai convincente. Per Nibali, purtroppo,questa tappa sembra significare l’abbandono di ogni velleità di successo.

CLASSIFICHE:

ARRIVO DELLA SEDICESIMA TAPPA
1. Valverde
2. Kruijswijk 
3. Zakarin +8″
4. Ulissi +37″
5. Jungels
6. Lopez +38″
7. Firsanov
8. Chaves +42″
9. Majka +50″
10. Pozzovivo +1’47”

GENERALE DOPO LA DECIMA TAPPA
1. Kruijswijk
2. Chaves +3’00”
3. Valverde + 3’23”
4. Nibali +4’43”
5. Zakarin +4’50”
6. Majka +5’34”
7. Jungels +7’57”
8. Amador +8’53”
9. Pozzovivo +10’05”
11. Siutsou +11’03”

Articolo di Paolo Azzarelli.