Oggigiorno quasi non c’è partita in cui non vengano sollevate polemiche per le decisioni arbitrali: un fuorigioco, un’espulsione, un fallo in aerea di rigore, tutto è motivo di contestazione. Accade davvero spesso: le polemiche proseguono per giorni interi, ma alla fine, come giusto che sia, lasciano il tempo che trovano, dal momento che ciò che conta è unicamente la scelta presa dal direttore di gara.
A ben vedere, la storia del calcio è ricchissima di tali discussi episodi ed è forse proprio da questo fattore che ha contribuito a rendere tale sport il più amato in tutto il globo. Ma sono tante, le discutibili decisioni prese dai giudici di gara che si sono rivelate decisive nelle maggiori competizioni internazionali. Vediamo alcuni esempi tratti dai Campionati Mondiali.
Mondiale del 1966, quello giocato in casa dei Maestri inglesi: in finale giunsero proprio loro, i padroni di casa, opposti alla Germania Ovest. Dopo il 2-2 dei tempi regolamentari, si andò ai supplementari, durante i quali l’inglese Geoff Hurst calciò il pallone verso la porta avversaria: questo colpì la traversa e finì vicino alla linea di porta. Rimbalzò fuori, è ben evidente, ma l’arbitro convalidò il gol e così, nel mitico Stadio di Wembley, l’Inghilterra si trovò a vincere un Mondiale (alla fine terminò 4-2), il suo unico Mondiale, con un gol-non gol eclatante.
Passiamo al 1982, semifinale tra Francia e Germania Ovest. Il portiere tedesco Schumacher falciò letteralmente il francese Battiston. Mai rosso più evidente, eppure il rappresentante teutonico non fu nemmeno ammonito. Il bollettino medico del transalpino? Lesioni alla colonna vertebrale, commozione cerebrale e due denti rotti. Per la cronaca, i tedeschi vinsero la partita, ma poi nella finale del Santiago Bernabeu fu l’Italia a far festa.
Un episodio simile riguardò proprio l’Italia ai Mondiali statunitensi del 1994: ai quarti contro la Spagna, Mauro Tassotti rifilò un pugno a Luis Enrique, che grondò sangue dal volto. L’arbitro non vide, ma la prova tv condannò il difensore azzurro a otto giornate di squalifica.
1986. Forse l’episodio più celebre della storia del calcio: la Mano de Dios, la rete realizzata da Diego Armando Maradona nei quarti di finale contro l’Inghilterra. L’arbitro tunisino Ali Ben-Naceur non se ne accorse e i sudamericani vinsero la partita per 2-0. Quale fu il secondo gol? Semplicemente il più bello della storia del calcio.
E che dire del 2002? Stiamo parlando del mondiale nippo-coreano, in cui la Sud Corea fu letteramente spinta fino in semifinale da tanti regali arbitrali. Ne sa qualcosa l’Italia di Giovanni Trapattoni, buttata fuori agli ottavi di finale grazie al golden gol di Ahn, al termine di una gara diretta dal famigerato ecuadoregno Byron Moreno, protagonista di tante decisioni assurde ed ingiuste (negato evidente rigore a Totti, gol regolare annullato a Tommasi, l’espulsione di Totti).