Che poi, quel genio della lampada che disse “non può piovere per sempre” aveva ragione. Carlitos Tevez non deve aver dormito la notte dopo che tutti, persino i suoi figli, ricordavano l’astinenza del gol in Champions League. Quello in Europa League era arrivato la scorsa stagione contro il Benfica, ma vuoi mettere segnare nella coppa “dalle grandi orecchie”? È come se il sottoscritto uscisse per la prima volta con una gran figona con annessa limonata in macchina al parchetto cittadino, esultando come Schillaci ai Mondiali del 1990. Tevez, più o meno, ha reagito come l’attaccante siciliano, anche se non c’era la gran figona, ma una squadra chiamata Malmö, schiantata con una doppietta festeggiata, ne sono sicuro, da una cena da urlo a base di asado, insomma avete capito, la carne argentina (dopo 1988 giorni, io avrei festeggiato con 12 bottiglie di champagne).
Importante vittoria, dunque, per 2-0 di una Juventus che, nella prima frazione di gioco, somigliava a quel bambino incapace di scrivere la “A” al suo secondo mese di scuola elementare. Oltre all’argentino, l’incontro di ieri sera ha rappresentato l’esordio europeo allo “Juventus Stadium” di Massimiliano Allegri che, dopo i due gol inflitti all’Udinese sabato, si è ripetuto con il medesimo risultato. Anche per lui, una piccola rivincita nei confronti dei maligni che lo consideravano sulla graticola già dal suo approdo a Vinovo. Il “non può piovere per sempre”, però, vale anche per “Max” voglioso, sabato, di espugnare “San Siro” per far cambiare umore al Milan, sua ex squadra.
Ps: non ho mai limonato con una gran figona, anzi si, ma non dopo il primo appuntamento. Ne è passato di tempo. E comunque prima dei 1988 giorni. (ho usato lo stile del grande Fabrizio Biasin che spero apprezzerà)