Abbiamo salutato il 2014 con il ruggito del “PipitaGonzalo Higuain negli occhi, immagine paradisiaca per i tifosi partenopei e spietatamente diabolica per quelli bianconeri, apriamo il 2015 con la stessa espressione, probabilmente meno grintosa di quella vista a Doha ma della medesima efficacia. Il Napoli si comporta come da pronostico al Manuzzi di Cesena, rispondendo, meno di 24 ore dopo, all’affermazione della Lazio nello scontro diretto contro la Sampdoria e agganciando così i biancocelesti al terzo posto in classifica.

Terzo posto, zona Champions League, definizioni particolarmente inflazionate e che alla fine sottintendono un’unica poltrona, alla quale in molti sembrano aspirare ma che solo una tra Lazio, Napoli, Milan, Fiorentina e Inter, genovesi permettendo, potrà occupare a fine stagione.

Partendo dai numeri, indispensabili nel delineare l’ordine d’arrivo finale, il duello sembra coinvolgere direttamente le squadre di Benitez e Pioli, che staccano leggermente le due formazioni di Genova e contemporaneamente pongono un bel margine tra loro, le milanesi e la Fiorentina.

Gli stessi numeri, poi, trovano la loro conferma nelle prestazioni a cui abbiamo assistito nella prima giornata di campionato del 2015: il Milan si smarrisce nuovamente di fronte al proprio pubblico contro un avversario tutt’altro che irresistibile, perdendo la partita e l’occasione -almeno per il momento- di poter giocare un ruolo da protagonista in questa lotta.

La Fiorentina fa peggio, perché viene sconfitta a Parma dall’ultima della classe e si trova a fare i conti con la crisi di un’irriconoscibile Mario Gomez. L’Inter tiene egregiamente a Torino contro la Juventus, ottenendo probabilmente il massimo che poteva da questa partita, ma prima di parlare di una possibile rinascita nerazzura servirà attendere altre prestazioni confortanti e soprattutto racimolare molti più punti di quelli ottenuti fino a questo momento.

Le considerazioni si possono spostare anche su altri versanti. Sampdoria e Genoa non hanno come obiettivo stagionale il terzo posto e le cessioni di Pinilla e Gabbiadini sono un chiaro segnale in questa direzione. Tutte le altre, chi più chi meno, possono essere annoverate tra le pretendenti all’Europa che conta.

Quali saranno allora i fattori decisivi per decidere questo che sembra essere un campionato nel campionato? E qui torniamo al punto di partenza: a fronte della crisi di Mario Gomez, nell’attesa che Menez tiri fuori il classico coniglio dal cilindro, tra gli umori altalenanti di Icardi ed elogiando l’ottimo collettivo della Lazio di Pioli, che non sia proprio l’urlo di Higuain ad essere un ruggito da Champions?