Il 5 maggio, il gol di Predrag Mijatović in dubbia posizione in finale, la firma sfumata di James Rodriguez nel 2010, il 3-1 del 2003, le lacrime di Nedved, la doppietta di Del Piero, la sfida nella sfida di Carletto Ancelotti. Tante e tante righe servirebbero per elencare i motivi e i giochi in palio questa sera allo “Juventus Stadium” tra i bianconeri e il Real Madrid, avversarie nella sfida di andata delle semifinali di Champions League. Cinque anni dopo aver scritto la storia con l’Inter del triplete, il calcio italiano torna nella top four continentale, e lo fa con una squadra che nove anni fa era spedita dai tribunali in serie B e rappresentava l’emblema dei mali (giudiziari) del nostro dio pallone, oggi in via di guarigione. Dopo anni difficili, di ricostruzione e assorbimento, con quattro meritati scudetti alle spalle, la Vecchia Signora si riaffaccia nell’èlite del calcio europeo, dove è arrivata dopo aver superato ostacoli non impossibili come Dortmund e Monaco: ma i sorteggi e la sorte, si sa, fan parte dello sport.
I numeri ci raccontano ancora di una sfida vissuta su due pianeti diversi: tanto per intenderci, il Real Madrid fattura oltre mezzo miliardo all’anno, mentre il club di Agnelli questa stagione supererà i 300 milioni e dal 2015¬16, con i nuovi con¬tratti, punterà a quota 350. Gli stipendi della società guidata da Florentino Perez gravitano sui 270 milioni, il 32% in più dei 184 della Juve, che pure ha sorpassato negli ultimi anni Milan e Inter. I ricavi provenienti da stadio, che includono le attività extra-¬gara e i proventi delle amichevoli, ammontano a 140 milioni contro i 49 della Juventus, mentre nel segmento delle sponsorizzazioni, del merchandising e della pubblicità si allarga la forbice, con la Juve a quota 60 e il Real a 204. Anche 12 anni fa era semifinale, e i bianconeri partivano sfavoriti: tutti ricordiamo come andò a finire. Da anni il calcio italiano non viveva turni infrasettimanali (non dimentichiamo Fiorentina e Napoli impegnate giovedì in EL) così “caldi”: c’è da esserne orgogliosi, e godersi una dimensione continentale che lentamente torna a dipingersi d’azzurro.
(Twitter: @GuerraLuca88)