L’Italia riparte dai giovani. Il reparto che ha subito maggiori modifiche rispetto alla precedente gestione tecnica è stato l’attacco. Fuori Balotelli, Cassano, Cerci e Insigne. Per la sua prima partita in azzurro, Antonio Conte ha voluto dare spazio a due nuovi talenti offensivi italiani: Ciro Immobile da Torre Annunziata, giocatore del Borussia Dortmund, classe 1990 e Simone Zaza da Policoro, attaccante del Sassuolo, classe 1991. Entrambi hanno ripagato la fiducia del tecnico salentino con una prestazione eccellente.

In questa prima partita insieme: Zaza e Immobile hanno dimostrato di aver appreso al meglio i consigli di Antonio Conte. Infatti, al 3′ minuto, Immobile stava già festeggiando la sua prima rete con la maglia della nazionale. L’attaccante numero 9 ha sfruttato al meglio il lancio di Bonucci dalla difesa, che come un rapace si è avventato sul pallone, ha superato il portiere olandese e a porta spalancata ha messo in rete il gol del vantaggio. Anche Zaza ha utilizzato al meglio un lancio lungo però, l’attaccante con la barba, non ha segnato ma si è guadagnato un calcio di rigore e ha fatto espellere il difensore olandese, Indi. Dopo queste azioni in solitario, i due hanno deciso di collaborare servendosi a vicenda. Gli attaccanti azzurri hanno sfruttato al meglio in contropiede gli spazi lasciati dalla difesa olandese. Entrambi hanno avuto un’occasione, ma sono stati poco precisi nel calciare in porta: il tiro di Zaza è stato deviato in calcio d’angolo, mentre quello di Immobile è finito alto sulla traversa. Nel secondo tempo, Zaza ha continuato a mettersi in mostra, ma non è riuscito a trovare la prima rete in azzurro. Tutti e due hanno le caratteristiche dei veri attaccanti: freddezza in zona gol, velocità e precisione nei passaggi. Qualità che sono emerse nell’incontro di ieri e che faranno comodo all’Italia nelle qualificazioni europee.

In chiave tattica, la partita Italia – Olanda ha evidenziato il passaggio dal 4-5-1 di Prandelli al 3-5-2 di Conte. In fase offensiva con due punte, gli azzurri sono stati molto più pericolosi rispetto al mondiale brasiliano. Infatti, l’Italia di Conte ha sfruttato la profondità (es. gol di Immobile – azione del rigore con Zaza) e le azioni di contropiede. Con questo modulo tattico, possiamo già accantonare il «falso nueve», modulo utilizzato dai maggiori club europei?