Con la Juve in campo, le polemiche non mancano mai. Vada come vada, ogni decisione arbitrale assunta dai direttori di gara in favore dei bianconeri finisce con il dare puntualmente adito a numerose chiacchiere, spesso fini a se stesso. Ed è così anche il giorno dopo Juve-Napoli, semifinale d’andata della Coppa Italia.
La Vecchia Signora vince tre a uno sul campo, ma durante e dopo la gara si scatena la furia dei partenopei per alcune decisioni prese da Valeri, reo – secondo gli ospiti – di aver indirizzato la partita in favore dei padroni di casa. Ma quanto sono fondate tali polemiche? Come spesso accade, si finisce per esagerare: attente analisi della moviola mostrano, infatti, come l’arbitro abbia sbagliato in talune circostanze, ma sia stato assolutamente giusto in altre.
Riviviamo i momenti clou. Passano poco meno di quindici minuti e Strinic allarga un braccio per sbilanciare Dybala. Una manovra al limite: la Juve reclama il penalty, ma l’arbitro decide di far proseguire, con l’attaccante argentino che calcia, ma il pallone viene parato da Reina. Regolare il gol del Napoli al 36′: parte in posizione regolare Callejon e Valeri compie la scelta giusta, così come quella in occasione del primo rigore concesso alla Juventus per atterramento evidente di Koulibaly su Dybala.
Accade di tutto al minuto 68. Il Napoli reclama un rigore per atterramento di Albiol, stretto tra Bonucci e Pjanic: non c’è contatto tra lo spagnolo e il difensore, c’è invece con il bosniaco, per cui in questo caso andava assegnata la massima punizione per i campani. E, sul rapido capovolgimento, Reina stende Cuadrado: rigore anche in questo caso lampante.
È il rigore non concesso al Napoli, dunque, il più grande errore commesso dalla direzione di gara. E così, mentre il ds bianconero Paratici afferma che si parla “del nulla”, Aurelio De Laurentiis, presidente degli azzurri, va su tutte le furie: “È una vergogna”, esclama, annunciando che al ritorno sarà schierata la squadra primavera.