Acquistato insieme ad Asamoah nell’Estate del 2012, Mauricio Isla è stato per la Juventus un oggetto misterioso o poco più. Arrivò a Torino al termine di un periodo d’oro con l’Udinese, ma con un infortunio sulle spalle che ne condizionò non poco le stagioni a venire. Ha giocato, Isla, con la Juventus ma non è mai riuscito a brillare. Doveva essere uno di quei calciatori capaci di far fare alla squadra, allora allenata da Antonio Conte, il salto di qualità, e invece si è rivelato di maggior impatto il ghanese, arrivato, come già ricordato, nella stessa operazione. Circa 18 milioni di Euro complessivi spesi dalla Juventus, per 47 presenze. Tutte, o quasi, di livello piuttosto mediocre.

Il passato di Isla con la maglia bianconera dei campioni d’Italia non è stato granché esaltante. Sicuramente è servito a mettere nel palmares due scudetti e due supercoppe italiane, ma null’altro. Non è stato il calciatore che a Torino si aspettavano. Ed è stato, invece, il tormentone di mercato in uscita delle ultime finestre. Prima una trattativa estenuante, ma non è una novità, con l’Inter. Poi il prestito al QPR, come una zavorra di cui liberarsi per far spazio in squadra, dopo non aver convinto nemmeno Massimiliano Allegri. Ma Isla è tornato. E, se le cose non dovessero cambiare, partirà in ritiro con la Juventus, perché il QPR dopo l’annata disastrosa culminata con la retrocessione non eserciterà il diritto di riscato fissato sui 10 milioni circa un anno fa.

Isla però ha due vite calcistiche: la seconda è quella che vive con la nazionale cilena. Sembra lo stesso calciatore apprezzato ad Udine, lontano un miglio da quello visto a Torino e Londra. Ha dinamismo, intelligenza, buona tecnica. Sembra, appunto, quel centrocampista duttile (in grado di fare il terzino) per il quale valeva la pena fare follie. La Copa America non è l’inversione di tendenza per Isla, è la conferma del fatto che nel Cile riesce ad esprimersi al meglio. E ad oggi l’Isla che gioca nel Cile, e non quello del QPR, sarebbe utile alla Juventus. Perché avrebbe in casa un terzino capace di fare un po’ tutti i ruoli, garantendo ricambi a Evra e Lichtsteiner, che non sono più due giovanotti. E garantendo magari anche un futuro diverso. Quando Isla diventerà l’Isla del Cile. E magari riuscirà ad affermarsi anche nella Juve, che avrebbe tanto bisogno di un Isla in rosa. Più di quanto sia la Juve che lo stesso cileno possano immaginare.