MILANO – Abbiamo intervistato Maximilian Lancsar, il 20enne di Bolzano alla sua prima esperienza con l’Hockey Milano Rossoblu. In 33 partite ha conquistato 31 punti ed ha condotto la squadra alla conquista del 7° posto nella classifica di serie B nella stagione 2015/16.

Cominciamo dall’inizio: com’è andato questo primo anno a Milano?
«Il mio primo anno a Milano è stata una bella esperienza. Dopo una regular season nella quale abbiamo dimostrato che potevamo battere ogni avversario, siamo purtroppo usciti troppo presto. Abbiamo anche avuto a disposizione una squadra molto giovane, forse anche troppo giovane, ma ognuno ha dato il meglio di sé. Però alla fine non è bastato il nostro impegno. Per me è stata una stagione durante la quale sono cresciuto molto e sono fiero di aver avuto la possibilità di giocare per una società così storica e con compagni di squadra dove ognuno combatteva per l’altro».

Tu hai giocato per molti anni a Salisburgo: cosa cambia secondo te tra il campionato italiano e quello austriaco?
«Ci sono un paio di cose che cambiano tra queste due leghe. Le leghe in Austria sono molto più organizzate rispetto a quelle italiane, e anche la presenza dei media fa la differenza. Ma soprattutto le differenze si notano nel budget che hanno a disposizione e nel lavoro nel settore giovanile».

Che cosa ricordi di quella esperienza?
«Ho tanti ricordi belli di quei cinque anni. Abbiamo fatto tantissimi tornei in Svezia, in Finlandia e in Repubblica Ceca, due stagioni nel campionato ceco e l’ultimo anno nella Salzburg Academy. Ho conosciuto un sacco di gente fantastica. E’ stato un periodo difficile ma importante della mia vita».

Quest’anno, tra regular season e playoff hai ottenuto 31 punti, tra cui 17 reti: qual è stato il gol che ti è rimasto più in mente? Quale quello più importante?
«Quello che mi è rimasto di più in mente è il gol che ho fatto dopo 8 secondi contro il Feltre (Milano-Feltre, 8-1, ndr), mentre quello più importante è quello contro l’Ora in trasferta (Ora-Milano, 2-4, ndr)».

Come sono stati i rapporti con la società e con i tifosi del Milano?
«Avevo già sentito che il Milano aveva un gruppo di tifosi enorme. Non ero abituato giocare davanti ad un grande pubblico. Mi ricordo ancora la prima partita in casa, con centinaia di tifosi dietro la nostra porta. Ero molto emozionato quando sono entrato sul ghiaccio. Sai, se giochi davanti a quasi due mila persone, non giochi solo per la squadre o la società o per te, ma anche per i tifosi. Non dimenticherò mai quel momento».

Bene, direi che abbiamo concluso. Un’ultima domanda per i nostri lettori: segui la Nhl? Qual è il tuo team preferito?
«Non ho una squadra preferita, ma seguo molto il Chicago».