“Io non avrei preso Gervinho, certamente non l’avrei preso a secco, così, con un altro allenatore e in un altro contesto. Garcia l’ha chiesto, l’ha voluto ed io sono andato volentieri avanti con la trattativa, che non è stata, tra le altre cose, neanche facile”. 6 ottobre 2013, nel pre-partita di Inter-Roma 0-3 forse una delle migliori recite della Roma di Garcia, così si esprimeva Walter Sabatini su Gervais Lombe Yao Kouassi, meglio noto come Gervinho.
Queste parole rispecchiano meglio di ogni altra cosa quella che era il clima attorno all’ivoriano nel suo arrivo nella capitale. Del resto si sa, Roma non è una piazza facile, il tifo giallorosso già esasperato e scottato dalla sconfitta nel famoso derby del 26 maggio e diffidente nei confronti del nuovo tecnico Garcia non potrebbe accogliere di buon grado un calciatore etichettato come bidone, reduce da una deludente esperienza all’Arsenal (9 gol in 46 presenze) e come se non bastasse sbarcato nella capitale con la nomea di figlioccio dell’allenatore.

Dagli esordi al gol con la Juve, la diffidenza si trasforma in amore

L’esordio di Gervinho in serie A avviene il 25 agosto 2013 a Livorno, quando subentra a pochi minuti dal termine a Marco Borriello. In quella occasione l’ivoriano non si distinse per brillantezza ed i mugugni dei tifosi continuarono a crescere. Contestualmente ai mugugni però comincia a crescere anche la condizione del ribattezzato “er tendina” (per via della sua bizzarra capigliatura) che esattamente un mese dopo l’esordio, a Genova va a siglare la sua prima rete in giallorosso nello 0-2 contro la Sampdoria. La settimana dopo contro il Bologna arriva una splendida doppietta ed i mugugni si tramutarono in applausi. Lentamente l’ivoriano si fa largo nel cuore dei tifosi giallorossi, entusiasti delle sue sgroppate a tal punto che all'”Olimpico” ci si alza in piedi non appena entra in possesso di palla. L’apoteosi che va a sancire definitamente l’amore, arriva il 21 gennaio 2014 con la splendida rete in acrobazia che permette ai giallorossi di battere la Juventus nei quarti di finale di Coppa Italia. Nel 2013-2014 Gervinho chiude la stagione con 12 gol in 32 presenze, oltre che da idolo assoluto del popolo giallorosso. L’amore tra il n. 27 e il popolo giallorosso è però destinato a correre via veloce, proprio come una sua sgroppata palla al piede.

Un anno per passare da idolo ad ingrato

Nel post campionato, Gervinho partecipa con la sua Costa D’Avorio al mondiale brasiliano. Pur mettendo a segno 2 reti, la nazionale degli elefanti abbandona la competizione sin dalla fase a gironi con grande delusione del suo n. 10. Nonostante l’uscita prematura dalla kermesse brasiliana, Gervinho non intende tornare subito a Roma e forte della buona stagione disputata chiede un adeguamento contrattuale poi concessogli. Questo fa un po’ storcere il naso ai tifosi giallorossi i quali però, fanno buon viso a cattivo gioco consci dell’importanza dell’ivoriano per Garcia. L’inizio della stagione 2014-2015 con la rete nella gara d’esordio con la Fiorentina e la doppietta contro il CSKA Mosca nella gara inaugurale della Champions League lasciano ben sperare ma poco a poco Gervinho comincia a spegnersi.

L’ivoriano pur fornendo assist e buone giocate, in campionato non trova più la via del gol e chiude l’anno solare andando a segno solo in un’altra occasione (30 novembre 2014 contro l’Inter). Il declino è ormai cominciato, nel mese di gennaio Gervinho parte par la Coppa d’Africa, che grazie anche alle sue giocate torna nella bacheca degli elefanti dopo oltre 20 anni, ma ormai in giallorosso non sarà più lo stesso. Al rientro dalla coppa, dopo diversi giorni di vacanza e festeggiamenti il n. 27 scende in campo contro il Parma invocato come uomo della rinascita, e soluzione ai problemi in zona gol di una Roma che non riesce più a vincere. Nulla di tutto ciò, Gervinho risponde offrendo una prestazione a dir poco scialba e sulla stessa falsariga di quella prestazione continuerà a trascinarsi fino alla gara contro il Milan, nella quale al 30′ abbandona il campo per infortunio e chiude il suo campionato. Il resto è storia recente, ormai Gervinho non è più amato da tutto il popolo giallorosso, diviso tra chi memore delle giocate ammirate nella prima stagione vorrebbe trattenerlo e chi stufo delle continue bizze e del rendimento scarso di questa stagione lo accompagnerebbe volentieri negli Emirati Arabi, dove l’Al-Jazira è pronto ad accoglierlo offrendogli ponti d’oro.