Nel 2014 aveva cominciato da qui la sua ascesa internazionale che l’avrebbe portato a vincere, nel giro di qualche mese, il Campionato del Mondo di Ponferrada. Trascorrono tre anni e Michal Kwiatkowski si rilancia sulla scena con il secondo successo personale alle Strade Bianche, gara che domina e porta a casa con merito.
Finalmente promossa nel WorldTour, degno riconoscimento per lo spettacolo che in sole undici edizioni ha saputo offrire, la Classica senese si presenta estremamente selettiva per l’ennesima volta, complice anche la pioggia che accompagna i corridori sin dalla partenza. Una corsa che vive di una fuga iniziale composta da sei uomini, tra i quali spicca il francese Thibaut Pinot, il quale, poco avvezzo alle prove di un giorno, va lodato per l’impegno profuso, che lo porterà a cogliere un bel risultato sul traguardo.
Esaurita la loro azione, si fanno avanti i big, tra i quali manca Peter Sagan, che non al meglio già dalla mattinata, si ritira. Giornata storta anche per uno degli italiani più attesi, Fabio Felline, che finisce giù nelle fasi iniziali e perde la ruota dei migliori, finendo conseguentemente molto distante dai primi.
Chi si rende protagonista nella parte decisiva del tracciato è il campione olimpico Greg van Avermaet, il suo connazionale belga Tim Wellens (uno che quando c’è la pioggia si galvanizza), il ceco Zdenek Stybar, secondo dodici mesi fa alle spalle di Fabian Cancellara, e l’ex iridato Michal Kwiatkowski. È proprio quest’ultimo a beffare tutti: parte sornione ai meno quindi al traguardo, guadagnando subito quei venti secondi che si rivelano irrecuperabili.
Gli inseguitori perdono l’attimo e così, dopo la rampa finale in salita che immette a Piazza del Campo, il corridore polacco può godersi il secondo trionfo a Siena, che lo proietta in una nuova dimensione dopo la scialba stagione 2016. È la prima affermazione del Team Sky nella classica toscana, avendo il corridore trionfato la prima volta in maglia OmegaPharma-Quick Step. Primo dei piazzati è Van Avaermet, seguito da Tim Wellens. Staccati tutti gli altri: nono il già citato Pinot, mentre per la prima volta dalla nascita della corsa, avvenuta nel 2007, nessun italiano riesce ad arrivare tra i primi dieci (il migliore è Felline, tredicesimo a oltre quattro minuti).
L’ennesimo podio di indubbio valore, dunque, per una corsa che anno dopo anno diventa sempre più ambita.