Mancano poco più di 20 giorni al Mondiale in Brasile e la situazione nel Paese sudamericano è ancora in fase di stallo. Lavori in ritardo per la costruzione degli stadi, proteste a non finire da parte di un popolo che non vuole l’inizio della competizione e alcune polemiche che, di certo, non fanno trasparire tranquillità in vista del torneo continentale. Adesso, però, i fatti devono prevalere sulle parole, come sottolinea Pelè, una delle leggende del calcio brasiliano: “Abbiamo avuto molti anni a disposizione per iniziare e terminare i lavori per gli stadi e ancora qualche impianto non è stato completato. E’ una vergogna, non vedo l’ora che le squadre inizino a giocare”.
Successivamente, due parole sulle proteste che stanno invadendo le strade del Brasile: “Le motivazioni dei cittadini – dice Pelè- le posso anche capire. Li sostengo, ma devono contestare in maniera civile e pacifica”. Frasi importanti dell’ex calciatore del Santos, che critica aspramente gli organizzatori del Mondiale che inizierà tra 23 giorni, con la gara inaugurale tra Brasile e Croazia. Nei mesi scorsi, lo stesso Pelè aveva minimizzato sulla morte di molti operati nei vari cantieri, sillabando che “le morti sul lavoro possono capitare”. In tutto questo, sorgono altri grattacapi in una delle località che dovrà ospitare alcune gare della Coppa del Mondo. A Manaus, sede del primo match dell’Italia contro l’Inghilterra, una parte di tetto dell’aeroporto “Eduardo Gomes” è crollato a causa delle torrenziali piogge delle ultime ore. Fonti brasiliane assicurano che l’inconveniente sarà risolto quanto prima, ma colpiscono le affermazioni della presidente Dilma Rousseff, sicura, pochi giorni fa, che i vari scali del Paese saranno pronti per accogliere i tanti sostenitori da ogni parte del mondo.