Rajon Rondo (Sacramento Kings):
Dopo la fallimentare esperienza a Dallas, molti nutrivano dei dubbi sull’effettiva rinascita di Rondo, specie in un contesto altamente problematico come quello di Sacramento. Nel corso dell’ultima settimana, invece, il play ex-Celtics ha saputo zittire le critiche rendendosi protagonista di ottime prestazioni, come ad esempio le due triple doppie messe a referto contro Nets e Pistons. Negli ultimi sette giorni Rondo viaggia a 13 punti, 13.8 assist (primo per distacco nell’intera lega), 8.5 rimbalzi e 2.5 rubate a partita, pur perdendo una marea di palloni (6.3) e tirando con percentuali rivedibili sia dal campo che ai tiri liberi: grazie anche ai suoi sforzi, però, i Kings sono riusciti a vincere le ultime 3 gare, nell’arduo tentativo di inseguire i Playoffs.
Stephen Curry (Golden State Warriors):
Il periodo d’oro del giocatore simbolo degli Warriors non accenna a placarsi: nelle quattro gare disputate nel corso della settimana Curry ha condotto la propria squadra ad altrettante vittorie, attestandosi su medie pari a 32.5 punti, 5 assist, 2.8 rubate e 4.8 triple a gara. Al di là delle statistiche personali, l’MVP in carica è sempre sembrato in pieno controllo della situazione, sia quando ha scelto di mettersi in proprio sia quando ha coinvolto maggiormente i propri compagni. Assieme ai risultati, inoltre, sono arrivate anche le parole di apprezzamento da parte di un mostro sacro come Kevin Garnett, che non ha esitato a paragonarlo per certi versi alla leggenda per antonomasia, His Airness Micheal Jordan.
LeBron James (Cleveland Cavaliers) :
Settimana da top-scorer della lega per The Chosen One, obiettivo raggiunto grazie a tre solide prove da 99 punti complessivi: oltre ai 33 punti di media, LeBron ha realizzato 7.3 rimbalzi, 6.3 assist e 1.7 rubate nelle tre partite sopracitate, nelle quali i Cavs hanno ottenuto due vittorie (contro Knicks e Jazz) a fronte di una sconfitta, maturata al secondo supplementare contro i Bucks. James, oltre che nella gestione della palla (5 perse a gara di media), ha però fatto intravedere delle difficoltà nel realizzare i tiri liberi, tirati col 62% a fronte di oltre 11 tentativi a partita. Problemi che sarebbero quasi insormontabili per moltissimi giocatori, ma certamente non nel caso del miglior giocatore al mondo.
Periodo da incorniciare per CB1, che nelle due vittorie ottenute contro Lakers e Jazz ha viaggiato a 27.5 punti, 9.5 rimbalzi e 2 stoppate di media, tirando inoltre con buone percentuali sia ai liberi (76% su 10.5 tentativi) che dal campo (52%). La sua versatilità in attacco fa sì che Bosh rappresenti un pericolo costante per ogni difesa, come ampiamente dimostrato in occasione della partita contro Utah, sebbene questi ultimi fossero privi del totem Gobert. Attualmente il record degli Heat si attesta su un buon 6-3, che li colloca al terzo posto nella graduatoria della Eastern Conference, al pari dei Chicago Bulls: con un Bosh così, Miami può tornare a fare la voce grossa anche nella post-season.
DeMarcus Cousins (Sacramento Kings):
L’infortunio che gli ha fatto saltare quattro partite di fila, in aggiunta al complicato rapporto che continua a sussistere con coach George Karl, sembra aver motivato sufficientemente DMC, che al ritorno sui campi di gioco ha sfoderato delle prestazioni maiuscole contro qualsiasi avversario incrociato. Cousins, insieme al già citato Rondo, ha trascinato i Kings a tre vittorie consecutive mettendo a referto 32.5 punti, 11 rimbalzi, 1.5 stoppate di media in quattro gare: a ciò vanno aggiunte anche ben 2.3 triple a partita, dato che inizia a spaventare non poco gli staff tecnici di tutta la NBA.