Stephen Curry (Golden State Warriors)
The babyface assassin continua imperterrito a spadroneggiare con i suoi Warriors su ogni parquet d’America, incurante di qualsiasi avversario. D’altronde, nell’ultima settimana Curry viaggia a 30 punti di media con oltre il 50% dal campo, avendo inoltre mandato a bersaglio ben 21 triple in sole quattro partite: un calo fisiologico è più che prevedibile, ma per descrivere un giocatore del genere si è ormai a corto di aggettivi validi.
James Harden (Houston Rockets)
Il vice-MVP si è reso protagonista di un drastico mutamento da una settimana all’altra, tornando finalmente ai livelli che più gli competono. Dopo le prime 3 gare, nelle quali aveva mantenuto 18 punti di media tirando con un imbarazzante 22% dal campo, la barba più famosa dell’NBA ha cambiato completamente marcia, mettendo a referto quattro partite da 37, 28, 43 e 46 punti con il 46%, dato simile a quanto fatto vedere nella passata stagione. Non a caso i Rockets, dopo le iniziali 3 sconfitte, al momento hanno un record di 4-3, frutto anche delle vittorie maturate negli scontri diretti contro Clippers e Thunder.
Paul George (Indiana Pacers)
PG13 sembra finalmente tornato ai livelli pre-infortunio: grandiosa notizia per tutti gli appassionati di basket, terribile per le altre quattordici squadre della Eastern Conference, in special modo per tutte quelle impegnate nella corsa ai Playoffs. Nelle ultime tre gare l’ala-guardia 25enne, giunta al sesto anno tra i professionisti, ha messo a segno altrettante doppie doppie, siglando 31.3 punti di media e garantendo un solido contributo sia in difesa sia alla voce assist: con un George così, la post-season per i Pacers è tutt’altro che inverosimile.
Kevin Durant (Oklahoma City Thunder)
29, 27, 33 e 32. Nell’ultima settimana KD ha confermato quanto di buono fatto vedere nelle prime uscite dal punto di vista realizzativo, dimostrando appieno di essere tornato in formato-MVP. Durant ha davanti a sé una stagione fondamentale per la propria carriera, dato che il richiamo proveniente dalla sua Washington potrebbe farsi irresistibile in caso di un’ennesima annata trascorsa senza trionfare ad Oklahoma City: urge vincere, e Durant è stanco di aspettare.
Andre Drummond (Detroit Pistons)
Se le statistiche complessive del centro dei Pistons sono già di per sé impressionanti (20.3 punti di media a fronte di altrettanti rimbalzi, l’ultimo a registrare numeri simili fu Kareem Abdul-Jabbar) quelle relative alle 3 gare disputate nel corso dell’ultima settimana sono ben al di là di ogni umana comprensione: Drummond viaggia a 22 punti, 24.3 rimbalzi (!!!) e 2.3 stoppate a partita, pur tirando i liberi con uno spaventoso 19%. Con le cessioni di Smith e Monroe, Drummond finora ha avuto modo di esprimere appieno le proprie capacità, trascinando Detroit al miglior avvio stagionale da 8 anni a questa parte.