Stephen Curry (Golden State Warriors)
Ancora una volta Curry e i suoi Warriors terminano la settimana da imbattuti, grazie alle quattro vittorie maturate nei confronti con Raptors, Clippers, Bulls e Nuggets. Il numero 30 ha saputo incarnare il perfetto condottiero per la propria squadra, mantenendo medie relativamente “normali” per i suoi standard attuali (30.8 punti, 6 assist, 3 rubate, 50% dal campo) pur concedendosi il lusso di un’uscita da 40 punti nello scontro diretto contro Chris Paul. I Dubs sono ad una sola vittoria dal miglior avvio di stagione nella storia NBA, tenendo sempre come punto di riferimento i Chicago Bulls del ’97-’98, capaci di vincere ben 72 gare in regular season: inutile dire come Curry sia totalmente imprescindibile per la realizzazione di entrambi gli obiettivi.
Russell Westbrook (Oklahoma City Thunder)
Complice l’assenza per infortunio di Kevin Durant, il suo compare Westbrook non ha perso tempo nell’impossessarsi a pieni mani dell’attacco dei Thunder, mettendo in tal modo a referto una settimana da 37 punti (1° nella lega), 10 assist (2°), 3.3 rubate (2°) e 6.3 rimbalzi a partita, tirando inoltre con percentuali più che buone sia dal campo che ai tiri liberi (rispettivamente 52% e 76%). Sebbene con risultati altalenanti, come dimostrato dal 2-2 di record nel corso degli ultimi sette giorni, al momento Oklahoma City è saldamente ancorata al play ex-Ucla, in attesa di risalire ulteriormente la classifica della Western Conference col ritorno di KD.
Brandon Knight (Phoenix Suns)
Il playmaker arrivato a Phoenix a metà della scorsa stagione ha vissuto una settimana da autentico protagonista, facendo registrare sia il proprio career-high alla voce punti (38, contro Denver) sia una tripla doppia dai numeri impressionanti (30 punti, 15 assist e 10 rimbalzi contro i derelitti Lakers). In coppia con Bledsoe, Knight è riuscito a trascinare i Suns sino al quinto posto nella Western Conference grazie ad una serie di vittorie convincenti, ottenute grazie alla crescente chimica tra i due. Certo, il roster di Phoenix non sembra attrezzatissimo a combattere per un posto ai Playoffs a Ovest, ma quando si ha a che fare con giocatori simili, giovani e affamati di vittorie, mai dire mai.
Un’altra settimana produttiva per il prodotto di Fresno State, motore dei Pacers capaci di vincere 8 delle ultime 10 partite (2 su 3 nel corso degli ultimi sette giorni). Nelle ultime gare George, pur mantenendo inalterato il proprio contributo difensivo (2 rubate di media), ha fatto vedere le cose migliori nella metà campo offensiva, dove ha messo a referto 26.7 punti: questi, uniti ai 7.3 rimbalzi e alle 4 triple di media, evidenziano perfettamente la versatilità in attacco di PG13, il quale riesce a coniugare gioco perimetrale e gioco interno senza mostrare, in apparenza, alcuna lacuna.
Ryan Anderson (New Orleans Pelicans)
Dopo un avvio disastroso finalmente i Pelicans sembrano aver trovato l’uscita del tunnel, come parzialmente dimostrato dalle due vittorie consecutive contro San Antonio e Phoenix. Il lungo ex-Magic è stato il vero e proprio mattatore di queste ultime contese: nelle ultime quattro gare ha infatti viaggiato alla media di 28.3 punti, 6.3 rimbalzi e 3.8 triple, il tutto condito da un consistente 59% dal campo. Viste le instabili condizioni di salute di Anthony Davis, con le sue giocate Anderson ha rappresentato l’emblema offensivo della sua squadra, dimostrando appieno di non aver il minimo timore nel prendersi una considerevole quantità di tiri.