Reggie Jackson (Detroit Pistons)
Due vittorie su tre per Jackson e i suoi Pistons, tra le quali spicca naturalmente il successo ottenuto sul campo dei Chicago Bulls al termine di quattro tempi supplementari. L’ex-Thunder, premiato col titolo di miglior giocatore della settimana della Eastern Conference, ha viaggiato a 27 punti e 8 assist di media, guadagnandosi inoltre ben 9.5 viaggi in lunetta, realizzati con il 79%: se la coesistenza col rientrante Brandon Jennings sarà fattibile, Detroit ha tutte le carte in regola per puntare ai Playoffs.
Klay Thompson (Golden State Warriors)
Con un Curry in versione rimaneggiata (da “soli” 25.5 punti e 8 assist) è toccato all’altro Splash Brother guidare l’attacco dei campioni in carica nelle due partite vinte contro Phoenix e Milwaukee, compito peraltro svolto in maniera esemplare. Contro i Suns la guardia californiana è stata praticamente onnipotente, mettendo a referto 43 punti – di cui ben 27 nel solo terzo quarto – con 8 triple e il 68% del campo, seguiti poi da un’altra prestazione maiuscola contro i Bucks (27 punti col 50% dal campo e 3 stoppate).
Andrew Wiggins (Minnesota Timberwolves)
La prima scelta assoluta del Draft 2014, anche se in contesto poco avvezzo a vincere come quello di Minnesota, è riuscito a far intravedere altri sprazzi del suo talento smisurato: il prodotto di Kansas ha infatti trascinato i ‘Wolves a 2 vittorie su 4, frutto di ottime prestazioni come quella messa in mostra contro i Sacramento Kings (32 punti, 10 rimbalzi, 6 assist col 55% dal campo e 9/10 ai tiri liberi).
LeBron James (Cleveland Cavaliers)
Il nativo di Akron ha saputo guidare i Cavs a tre successi in altrettante gare, maturati ai danni di Thunder, Celtics e dei derelitti 76ers. LBJ – 26.7 punti, 7 rimbalzi, 6 assist e 2.3 rubate nel suddetto ciclo di partite – è sempre emerso come il top-scorer dei suoi, sebbene contro Philadelphia ci sia stato il rientro di una pedina fondamentale in ottica Finals come Kyrie Irving: Cleveland, già prima ad Est con un margine di 2.5 gare, ora fa ancora più paura alle sue dirette concorrenti.
Andre Drummond (Detroit Pistons)
Complici i già citati quattro supplementari verificatisi nella sfida tra Detroit e Chicago, in tale occasione il centro originario dello stato di New York si è reso protagonista di una prestazione mostruosa (33 punti, 21 rimbalzi, 3 rubate, 2 stoppate con 14/25 dal campo) restando in campo per ben 54 (!!!) minuti. Drummond, autore di altre due doppie doppie nel corso della settimana, si sta rivelando sempre più come uno dei big men più costanti dell’intera NBA.