Alle 23.00 di ieri, l’ora in cui la porta dell’Ata Hotel ha finalmente chiuso le proprie scure sancendo di fatto il termine della sessione invernale del calciomercato, più di qualcuno avrà tirato un sospiro di sollievo in casa Parma. La clamorosa diaspora che stava avendo luogo nelle ultime calde, ferventi ore del mercato poteva finalmente considerarsi conclusa. La discussa rescissione di Cassano aveva provocato una sorta di effetto domino sui giocatori crociati, che col passare delle ore meditavano in rapida successione l’addio. Ed ecco che a ruota partivano Paletta andato al Milan, Felipe che ha rescisso, Acquah andato alla Sampdoria, Rispoli tornatosene al Palermo ed addirittura Pozzi. L’attaccante che quest’anno al Parma non aveva mai giocato, si è trasferito al Chievo in prestito con un diritto di riscatto fissato alla cifra irrisoria di mille euro (il costo di un iphone per capirci).

Quasi una beffa, per un club che nella passata stagione tra i tanti meriti aveva avuto quello di aver riconquistato l’Europa, in un passato in cui questo incubo non era ipotizzabile da nessuno se non da chi nella vicenda c’era dentro fino al collo. Nulla lasciava immaginare un così tragico ruzzolone.

Le tasse non pagate dalla proprietà Ghirardi, le dimissioni dell’ex Presidente ed il cambio finale di dirigenza, con la squadra passata nelle mani di un gruppo albanese le cui intenzioni sono al momento ignote, ha portato il club a rinunciare di fatto all’Europa ed a vivere un campionato con più bassi che alti, culmine di una vicenda che potremmo eufemisticamente definire kafkiana. Da squadra virtuosa, il Parma calcio si è tramutato in una prigione, una galera da cui tutti hanno cercato spudoratamente di scappare, probabilmente anche i nuovi arrivati, che in alcuni casi (si pensi a Rodriguez) erano addirittura ignari dello sfascio verso cui la squadra sembra destinata.

Ma in ogni guerra che si rispetti (come la definireste voi una situazione da bollino rosso simile a quella del Parma?) ci sono i cattivi, i neutrali, ma anche gli eroi, coloro che alle scialuppe di salvataggio preferiscono il restare sulla barca che affonda cercando in tutti i modi di salvarla, magari guidandola, seppur arrancando, verso quell’isolotto che appare come l’unica ancora di salvezza.

Gli eroi, come già scritto nel nostro pagellone sono i Donadoni, i Lucarelli, i Mirante, tutti coloro che pur potendo hanno deciso di restare al Parma, rassegnandosi a convivere con un caos che sembra davvero senza fine, ma decisi a guidare una squadra la cui situazione in classifica è deficitaria, complici le pochissime vittorie, le tantissime sconfitte ed i punti di penalizzazione all’orizzonte. Una situazione in cui nemmeno Harry Potter avrebbe molte chance di cambiare il corso della vicenda.

C’è poi una dirigenza le cui intenzioni non si riescono davvero a comprendere. C’è un Presidente, giovanissimo, Ermir Kodra, che nella conferenza stampa di presentazione aveva parlato di un Balotelli vicinissimo ma sfumato per un soffio, salvo poi non opporsi minimamente alla fuga di massa venuta a galla nelle ultime ore del mercato. Gli unici arrivi sono stati quelli di Nocerino, Varela e Rodriguez. Tutti e tre arrivati in prestito, tutti e tre giocatori che a fine campionato di Parma e del Parma non vorranno neppure sentirne parlare.