Dopo la tempesta arriva sempre il sereno e con esso il momento di togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Ed è quello che è accaduto anche a Lukas Podolski, attaccante tedesco dell’Inter in prestito dall’Arsenal, tornato al gol durante l’amichevole di qualche giorno fa contro l’Australia.
Dal momento del suo arrivo in Italia ornato da tanti buoni propositi e da una super accoglienza alla Malpensa, le prestazioni dell’attaccante hanno lasciato a desiderare, ricevendo dai giornali e dagli addetti ai lavori una valanga di critiche più o meno sempre meritate. E proprio alla carta stampata Podolski riserva parole al veleno dichiarando: ‘Le critiche nei miei confronti? Ci saranno sempre critiche da parte dei media italiani. Cosa dovrei fare? Scavarmi la fossa, abbattermi e smetterla con il calcio?’ accusando la stampa italiana di essere un tantino esagerata con i commenti negativi nei suoi confronti.
Ma non è tutto, perché il Podolski furioso rinvigorito dall’aria della madrepatria non risparmia proprio nessuno, nemmeno il suo mentore Roberto Mancini, cioè colui che a gennaio insistette affinché l’attaccante si trasferisse dall’Arsenal all’Inter, ma che qualche settimana più tardi lo etichettò come una grande delusione. ‘Quello che posso dire è che spero di ripagare la fiducia dell’Inter e di Mancini tornando a giocare ai miei livelli, per farlo ho bisogno di poter essere impiegato con più continuità’. La voglia di fare dunque c’è, ma ciò che sembra latitare è la fiducia del tecnico dell’Inter.
Parole e buoni propositi a parte, ciò che va contro l’attaccante di origini polacche non è solo il rendimento all’Inter, ma quello di un’intera stagione. Nell’annata in corso Podolski ha segnato solo tre reti, tutte e tre in Champions League con la maglia dell’Arsenal. All’Inter fino ad oggi non è riuscito a fare meglio, collezionando solo tre miseri assist tra campionato e Coppa Italia. Un bottino esiguo che aggiunto alla scarsa partecipazione del giocatore negli schemi difensivi ed offensivi nerazzurri non fa altro che peggiorare le cose. In fondo, in una situazione delicata come quella interista, con una squadra alla caccia forsennata di un posto in Europa League, a chi piacerebbe giocare sulla carta in undici ma nei fatti in inferiorità numerica? La sconfitta maturata in Sampdoria-Inter ne è un esempio recentissimo ed ancora fresco nella memoria dei tifosi.
Al tedesco dunque non rimane altro da fare che abbassare la testa e convincere il proprio tecnico a schierarlo, magari a suon di buone prestazioni, tentando di far lievitare le possibilità di una sua permanenza a Milano nella prossima stagione, cosa che ad oggi potrebbe essere eufemisticamente paragonata ad un miraggio.