Estasi collettiva e momenti di crudeltà. Il calcio può tutto e il contrario di tutto. A volte schemi e tattiche se ne vanno al diavolo, in compagnia dei pronostici, della cabala e del tifo. Il talento rimane lì, sul cerchio di centrocampo, con le mani sui fianchi a fissare la Dea bendata. Maledetta.

E’ al biliardino di Anfield il big match della 36° giornara della Premier League. Liverpool-Chelsea: Rodgers vs. Mourinho, Suarez vs. Ivanovic, Gerrard vs. Lampard, Reds vs. Blues.
Lo Special One, a -5 dal Liverpool (Premier League quasi compromessa), gestisce le energie in vista del ritorno di Champions contro l’Atletico: fuori Torres, Cahill, David Luiz, Oscar, Hazard e gli infortunati Terry e Cech. Rodgers, a caccia di 7 punti in tre partite per la vittoria matematica della Premier League, opta per Coutinho al fianco del duo Suarez-Sterling e inserisce Lucas e Allen in mediana al fianco di capitan Gerrard (Henderson squalificato).
L’atmosfera di Anfield regala brividi e scuote le passioni. You’ll Never Walk Alone sono versi sacri da parafrasare tra i banchi di scuola durante l’ora di letteratura. Un concentrato di sillabe che emana amore, al di là di tutto.

Per il Liverpool questa Premier League può essere una favola attesa per ventiquattro interminabili stagioni. La squadra, la Kop, la città e i 96 di Hillsborough meritano di viverla.
Minuto 45: il Dio del calcio diventa spietato. Strappa le pagine e riscrive la storia. A modo suo. Senza una ragione.
Gerrard s’abbassa come sempre tra i due centrali di difesa per ricominciare l’azione, ma scivola perdendo il pallone. Demba Ba, tutto solo davanti a Mignolet, ne approfitta per timbrare l’1-0.
Il capitano corre a prendere la palla in fondo alla rete. Viso pietrificato. Sguardo perso. La Dea bendata si è preso gioco di lui, la bandiera, il trascinatore, il leader, l’anima battagliera dei Reds, l’artefice della rimonta di Instanbul, il ragazzo con l’8 sulle spalle che non ha mai vinto la Premier League.
Ingiustizia. Crudeltà. Tristezza.
Nella ripresa Rodgers butta nella mischia anche Sturridge e Aspas, ma il muro dei Blues non cede agli attacchi del Liverpool. Mourinho dà ancora una volta lezioni di tattica non subendo gol contro il miglior attacco della Premier League. Al 90° in contropiede, dopo l’ennesimo confusionario arrembaggio dei Reds, Willian su assist dell’ex Torres firma addirittura lo 0-2. Incredulità.

Il Manchester City prontamente approfitta dell’incredibile sconfitta del Liverpool battendo il Crystal Palace (0-2, reti di Dzeko e Yaya Tourè), e riportandosi a -3 con una partita in meno. Vincendo il recupero con l’Aston Villa la squadra di Pellegrini balzerebbe in testa alla classifica per via della migliore differenza reti rispetto ai Reds. Una beffa pazzesca, a 180 minuti dal fischio finale.

“Quando starò per morire, non portatemi in ospedale, ma ad Anfield. Qui sono nato e qui voglio morire”: parole di Steven Gerrard, l’ultimo che sarebbe dovuto scivolare su quel pallone.
Un pallone che potrebbe costare al Liverpool il tanto agognato 19° titolo. Questo è il calcio, con i suoi miracoli e i suoi piani diabolici.