3 giugno 1997- Francia-Brasile, amichevole allo Stade de Gerland di Lione.
Logica, fisica e matematica sono materie estranee al gioco più estemporaneo, fantasioso e irrazionale del pianeta. Al massimo servono per stilare una classifica, fare statistiche o analizzare le capacità atletiche di un giocatore. Eppure per spiegare una delle punizioni più belle della storia del calcio, per comprendere a pieno un gesto tecnico di rara bellezza c’è voluto lo studio di un team di fisici del Politecnico di Parigi. Il calcio che entra nelle università ha il sapore di una parziale sconfitta dello sport più plebeo e indoor del mondo, ma per studiare la traiettoria pazzesca scaturita dal piede di Roberto Carlos si è dovuto scendere a patti con la fisica. Il brasiliano ha compiuto l’azione, Christophe Clanet nel 2010 ci ha fornito la spiegazione meglio nota come ‘equazione del brasiliano‘ (una formula complicata ottenuta partendo dallo studio dei proiettili).
“Ci siamo accorti che la traiettoria di una sfera che gira su se stessa è una spirale. La forma della traiettoria è simile a quella del guscio delle lumache, con la curvatura che aumenta man mano che la palla viaggia. Dato che Roberto Carlos ha calciato il pallone da 35 metri dalla porta a quasi 120 km/h, una buona parte della traiettoria è stata visibile. La curva della traiettoria, apparentemente contraria alle leggi della fisica, stava quindi semplicemente seguendo un percorso naturale.”
C’ho che sembrava un mix tra la straordinaria capacità balistica di Roberto Carlos e una buona dose di fortuna, è risultato essere la naturale traiettoria che assume un corpo quando viene colpito con una certe forza in un preciso punto.
A 17 anni di distanza da questa prodezza irripetibile preferiamo accantonare la spiegazione fisica e conservare lo stupore del portiere Barthez, rimasto immobile, perché convinto che il tiro sarebbe terminato fuori.
Nessuno al mondo avrebbe mai immaginato che la Natura e tre dita di un piede sinistro potessero regalarci questo capolavoro.