Il bellissimo gesto tecnico con cui Francesco Totti ha regalato il pareggio alla Roma.

Stabilire se al fischio finale del derby capitolino il bicchiere della Roma sia mezzo pieno o mezzo vuoto non è affar semplice. Certo, rientrare in campo dopo l’intervallo sotto di due gol e riuscire ad agguantare il pareggio in una partita così sentita grazie, per giunta, al tuo uomo più rappresentativo è senza dubbio un motivo valido per ritenersi quantomeno sollevati.

Ma analizzare la partita con la Lazio senza prendere in considerazione l’atteggiamento involuto con cui gli uomini di Garcia hanno condotto il primo tempo sarebbe un errore, soprattutto per il tecnico francese. Il 4-3-3 con Totti falso nueve, soprattutto quando in campo non c’è Gervinho, resta improntato esclusivamente su un possesso palla sterile che rende inoffensiva una delle squadre più spettacolari del calcio italiano degli ultimi anni. Avere due terzini di spinta come Maicon e Holebas, nonostante la forma del brasiliano in questo periodo non sia delle migliori, e non portare mai nessun uomo in area quando questi affondano, è un peccato troppo grande per una squadra che vuol diventare grande anche e soprattutto in ambito europeo.

Nella ripresa, con l’inserimento di Strootman a fare legna con De Rossi in mediana e l’avanzamento sulla linea dei trequartisti di Pjanic, il capitano ha avuto la possibilità di stazionare sempre negli ultimi trenta metri del campo, segnando due gol spettacolari da centravanti puro. Gli aggettivi per descriverlo sono finiti da un pezzo, i parametri per giudicarne le prestazioni no: per quanto sia lecito aspettarsi ogni domenica da lui il classico coniglio dal cilindro, appare evidente che nell’armonia del gioco disegnato da Garcia per questa Roma, serva un attaccante d’area di rigore e non una punta mobile che non dia punti di riferimento agli avversari. Con Totti e Pjanic disposti in linea verticale, Ljajic e Iturbe sono stati liberi di cercare con più frequenza gli uno contro uno e di indietreggiare lasciando spazio alla sovrapposizione dei terzini. In definitiva, il cambio di modulo ha fatto esprimere la Roma in maniera più ariosa e meno prevedibile, facendola pervenire al pareggio con una rimonta insperata a fine primo tempo.

Chissà che Garcia non ci pensi, allora, a proporre più spesso il 4-2-3-1. Un modulo perfetto per creare occasioni, far alzare la squadra, impensierire i mediani avversari e perché no, rilanciare anche Mattia Destro.