Correva l’anno 2013, Rudi Garcia era appena sbarcato a Roma. Di lui si sapeva ben poco, tanto che non si riusciva bene a comprendere come si dovesse pronunciare il suo nome: Garcia o Garcià? Questa la domanda che si ponevano i dubbiosi tifosi giallorossi già provati da due stagioni disastrose con i vari Luis Enrique, Zeman 2.0 e Andreazzoli, concluse poi con la ciliegina sulla torta (eufemismo) del terribile 26 maggio della coppanfaccia. Se pensiamo poi che lo stesso De Rossi qualche tempo fa in un intervista dichiarò di essere rimasto interdetto dopo aver appreso dell’arrivo di Garcia, rintracciato su Google solo per l’ormai celebre video dove si esibisce con chitarra al seguito in porompompero è facile comprendere in quale fosse il cima al suo arrivo nella capitale.
I tifosi più curiosi però, si saranno probabilmente imbattuti nell’articolo di Andrew Gibney datato 19 giugno 2013 ed apparso su http://frenchfootballweekly.com/. In tale articolo l’autore sembra in pratica aver colto in anticipo quanto sarebbe successo nei due anni successivi. A Lille come a Roma, Garcia è stato capace di risollevare una squadra dalle macerie e di portarla rapidamente al vertice con un gioco brillante, a tratti spumeggiante. Tralasciando la non piccola differenza che ha visto Garcia vincente in Francia e “solo” secondo nella capitale, l’articolo prosegue nell’analisi della prima stagione del Lille in Champions Legaue. E qui, le similitudini si fanno inquietanti: “Egli non sembra avere un piano B- scrive Gibney- quando l’avversario ha trovato un piano di gioco per vanificare il suo gioco, la fluidità offensiva del Lille è scomparasa. Di solito entro i primi 20 minuti di gara è stato possibile dire se Lille stesse per segnare su azione oppure no. A volte le vittorie sono arrivate da errori difensivi avversari, ma raramente ci sono stati cambiamenti tattici di Garcia”.
Incredibile la somiglianza con quanto sta avvenendo a Roma, come incredibile è anche la similitudine di questo ulteriore passaggio: “Le richieste e le decisioni sugli acquisti causarono una frattura tra l’allenatore e la dirigenza. Trascurare la gioventù favorendo i giocatori esperti con meno qualità ha rovinato la stagione.”
Probabilmente, i lettori giallorossi si staranno grattando il capo o addirittura staranno ricorrendo a gesti apotropaici alla lettura di queste righe, ma quanto scritto corrisponde assolutamente alla realtà. Ora, per Garcia è arrivato il momento della verità. Riuscirà il tecnico francese a cambiare verso alla “premonizione”? Riuscirà Garcia a trovare il “piano B” per togliere quella prevedibilità al suo gioco emersa agli occhi del mondo dopo Roma-Bayern 1-7? (ad esempio, dopo quella partita chiunque affronti la Roma la va a pressare alto per mettere in difficoltà i due centrali difensivi non abili nella costruzione). Già a partire da questa sera, capiremo se il 51enne tecnico di Nemours avrà fatto tesoro delle esperienze negative o se, dovrà essere derubricato da mago ad integralista d’oltralpe, uomo incapace di cambiare.