Quest’oggi vi proponiamo un interessante intervista con Salvatore Nardi, per lui quattro anni stupendi in qualità di talent scout del Napoli, con un passato anche da team manager della Cavese e da responsabile della comunicazione a Sorrento. Un grande professionista, molto giovane ma da sempre immerso nel mondo del calcio che offre a tutti i lettori di BlogdiSport una carrellata di alcuni tra i migliori giovani italiani in circolazione. Inoltre ci dice la sua su Immobile e sul Napoli.

Iniziamo parlando di te e delle tue esperienze lavorative. Sei praticamente nel mondo del calcio da sempre.
Beh posso dire di si, amo questo sport. Sono stato un calciatore a livello giovanile, poi, dopo una piccola collaborazione con il Cervia, ho trascorso due anni stupendi a Sorrento come responsabile della comunicazione culminati con la vittoria del campionato di C2 e la conseguente promozione in C1. In quegli anni tra l’altro c’erano con me l’attuale allenatore dell’Avellino Massimo Rastelli, l’ex tecnico del Livorno Carmine Gautieri, e l’ex tecnico sempre del Livorno ed ex centrocampista del Genoa Gennaro Ruotolo. Successivamente ho avuto una breve parentesi con il Napoli Beach Soccer e al nostro primo campionato nazionale, nonché primo per la città partenopea, abbiamo vinto lo scudetto. Poi c’è stata l’esaltante esperienza a Napoli, 4 anni stupendi in qualità di talent scout. Io mi occupavo fondamentalmente del territorio regionale, De Laurentiis era subentrato solamente da 4 anni ed il settore giovanile era ancora in fase di costruzione, ora avrà certamente un parco osservatori più ampio. Abbiamo raggiunto comunque ottimi risultati, numerosi giocatori sono passati infatti per la prima squadra o si sono rivelati un vero valore aggiunto per altre società, basti pensare a Sepe (Empoli), D.Donnarumma(Messina), Allegra (Sudtirol), Tutino (Gubbio), Fornito (Cosenza), Ciano, Dezi e Maiello (Crotone), Nicolao (Alessandria), Izzo (Genoa), i fratelli Insigne e tanti altri giocatori che stanno facendo fortuna nelle serie inferiori. Al termine di questi 4 anni avrei voluto prendermi non dico un anno sabbatico ma mi sarebbe piaciuto andare in giro per i campi, magari anche all’estero per arricchire il mio percorso personale tuttavia è arrivata una chiamata a cui non ho saputo dire di no. Lo scorso anno infatti sono stato team manager della Cavese. Cava è una piazza che sin da piccolo mi ha sempre affascinato, come importanza è paragonabile alle altre province campane, piazza blasonata e con una storia importante.

Nonostante tu sia ancora molto giovane (29 anni) hai già avuto un percorso formativo davvero molto ricco e vario, qual è però il ruolo in cui ti sei trovato meglio e quali sono i tuoi progetti futuri?
Sicuramente in quello di osservatore al Napoli in quanto ho avuto innanzitutto la possibilità di far parte della squadra della mia città e penso che alla mia età non sia una cosa da sottovalutare. In secondo luogo la possibilità di stare a contatto con campioni, perché nonostante lavorassi per il settore giovanile si era sempre a contatto con la prima squadra. È stata un’opportunità che mi ha dato la maturità e la consapevolezza di poter puntare su questo lavoro e mi sento anche, ovviamente in minima parte, un elemento della rinascita di questo Napoli. Venivamo dal fallimento ed il nostro settore giovanile era totalmente da ricostruire sulle ceneri di quello vecchio. Non avevamo inoltre la possibilità di andare a prendere come Milan, Juve ed Inter un giocatore importante, ma comunque ci siamo sempre fatti valere. Le società sopra citate hanno presidenze più datate e consolidate, mentre il Napoli ha dovuto innanzitutto dedicarsi come investimenti alla rinascita della prima squadra. Osservatori non ci si improvvisa, si va a cercare dove nessuno sa, nei campi più sperduti e disparati ed il nostro era un progetto all’insegna della programmazione futura. Il territorio campano poi ha sempre fornito grandi campioni, tra le mie segnalazioni ci sono giocatori che hanno già esordito in A o sono comunque in odore di massima serie: Daniele Verde del Pigna Calcio (ora alla Roma), Rolando Mandragora classe ’97 della Mariano Keller (ora al Genoa), Giuseppe Panico attaccante sempre ’97 del Sezze (anche lui ora al Genoa) ed il portiere Gianluigi Donnarumma classe ’99 del club Napoli Castellammare qualche settimana fa in panchina con il Milan di Inzaghi. Inoltre non posso non citare Sebastiano Luperto, la mia prossima scommessa, credo che molto presto esordirà in prima squadra. Si tratta di un difensore del ’96 che prendemmo dal Lecce su mia segnalazione (assistetti 3 anni fa ad un Salernitana-Lecce, categoria Berretti, c’era anche il romanista Di Mariano) il quale mi impressionò per la sua personalità nonostante in quella gara vinta 4 a 1 fosse rimasto pressoché inoperoso. Tornai a Castel Volturno super entusiasta, ora con Seba ho un rapporto eccezionale, scherziamo sempre su questa cosa e quando arriverà l’esordio già sa che mi dovrà una pizza. Infine Armando Anastasio, anch’egli prospetto molto interessante, che con Caffarelli adocchiammo come centrocampista centrale (ora gioca terzino) in un Materdei-Recale al San Rocco.

Febbraio: tempo di Viareggio. Chi ti ha sorpreso, chi ti ha colpito?
Ha vinto sicuramente la squadra più forte, l’Inter ha nella rosa giocatori che faranno parte della Serie A dei prossimi anni. Bonazzoli, sul quale la Sampdoria ha fatto un investimento importante, è un ‘97 già da qualche anno nell’orbita della prima squadra, non è una cosa da poco, ed è stato anche eletto meritatamente golden boy del torneo. Mi è piaciuto molto anche Bentivegna del Palermo, se dovessi associarlo ad un giocatore moderno direi Sanchez, molto veloce e anche lui senza dubbio un giocatore importante. Il suo gol contro il Verona è stato impressionante e dimostra che ha una grande consapevolezza dei propri mezzi. Per noi addetti ai lavori come ben sai non si è trattato propriamente di sorprese ma posso comunque farti qualche nome tra quelli che sono usciti un po’ più alla ribalta. Ci sono Cappelluzzo del Verona, un ragazzo che ho seguito anch’io lo scorso anno, viene dal fallimento del Siena, ha ottime qualità, è un ‘96 e molto probabilmente ad obiettivi raggiunti Mandorlini deciderà di buttarlo nella mischia. Poi Castrovilli del Bari, centrocampista centrale che può agire anche da trequartista, polivalente, ha davanti a sé un futuro particolarmente luminoso, lo ha dimostrato nel Viareggio e nel Campionato Primavera dove i pugliesi attualmente sono primi in classifica nel girone C, Sparacello della rappresentativa di Serie D, si tratta di un ex Torino, classe ‘95, il quale forse un po’ per sfortuna un po’ per qualche suo limite si trova ancora in categorie inferiori, tuttavia secondo me, messo nella giusta condizione, può piano piano risalire la china, gioca attualmente nel Tiger Brolo, girone I di Serie D. Si tratta di un centravanti vecchia maniera, bella struttura, difende bene palla, ha un buon fiuto del gol, deve solo riuscire ad amministrare il suo carattere. Se mi permetti infine un breve excursus, devo purtroppo riconoscere che quest’anno il livello del torneo non è stato altissimo, Juventus e Sampdoria hanno deciso di non partecipare, il Bari pur avendo una squadra importante non è arrivata fino in fondo, lo stesso Milan aveva giocatori come G.Donnarumma, Cutrone, per me il nuovo Immobile, Locatelli, Mastalli, Modic, El Hilali, Di Molfetta. I rossoneri hanno una squadra ’98 che gioca tutta in Nazionale ed è anche tra le formazioni per quanto riguarda quell’annata più forti del Mondo. Menziono anche Cosimo La Ferrara, attaccante del mio quartiere (Secondigliano) e prossima stella rossonera.

Sei inoltre un grande esperto di Lega Pro, specie dei gironi B e C ovviamente per motivi geografici, che ne dici di segnalarci qualche ragazzo interessante?
Certo, però premetto che farò una distinzione tra giovani interessanti e giovani magari non troppo giovani, ragazzi dai 23 anni in su che meriterebbero categorie più importanti ma per svariati motivi giocano ancora solamente in Lega Pro. Parto dal Girone B. Sicuramente mi ha destato un’ottima impressione la coppia di attaccanti del Teramo, Lapadula e Donnarumma. Quest’ultimo lo conosco bene, è di Torre Annunziata, si tratta di un ’90, un giocatore importante che quest’anno finalmente ha trovato la sua dimensione (anche se ha fatto bene anche a Como), ha raggiunto davvero la piena maturità e con le sue qualità è un peccato non vederlo in Serie maggiori, anche perché in B in questi ultimi anni a parte qualche corazzata non è che ci sia un livello particolarmente elevato. Poi c’è Salvatore Sandomenico, cresciuto nel settore giovanile dell’Arzanese, ad Arzano ha fatto benissimo con 26 gol in 2 anni di C, in seguito è passato al Gubbio dove ha vissuto un periodo di ombra a causa di svariati infortuni, ora invece è a L’aquila, gioca titolare come esterno, ha realizzato 9 gol e molte società di B lo hanno cercato a gennaio. Per quanto riguarda i giovani segnalo: Daniele Mignanelli, terzino della Reggiana del ’93 molto bravo in entrambe le fasi, Francesco Forte, attaccante sempre del ’93 ex Inter, che fino a gennaio con il Forlì non stava facendo granché mentre ora alla Lucchese sta facendo molto bene, Giuliano Regolanti, attaccante del ’94 che milita nel Gubbio, già pronto per la B che ho seguito ai tempi del Frosinone, e Stefano Sensi del San Marino, centrocampista del ‘95 che in estate avrà secondo me un mercato pazzesco.
Per quanto riguardo il Girone C invece troviamo Salvatore Caturano del Melfi, per lui un discorso simile a quello fatto per Donnarumma, classe ’90, settore giovanile importante come quello dell’Empoli, oggi finalmente ha trovato la sua dimensione e ha già realizzato 12-13 gol, Pietro Iemmello attaccante classe ‘92 del Foggia in prestito dal La Spezia, i difensori Kastriot Dermaku, anche lui ’92, che quando ero a Napoli ho seguito da vicino e che il Melfi ha riscattato in estate dal Sassuolo e il sardo Giampaolo Sirigu, fratello del portiere del Psg, classe ’94 del Savoia, che vidi la prima volta in un Casertana-Budoni. Come giovani segnalo Roberto Insigne, il quale ha avuto un inizio folgorante alla Reggina, poi doveva andare a Catania a gennaio ma c’è stato qualche dissidio con il presidente e alla fine non se ne è fatto nulla, così solo ora sta tornando a giocare regolarmente. Sempre a Reggio Calabria il classe ’98 albanese Ador Gjuci, che soprattutto nella prima parte di stagione, prima che si riassestasse un po’ la rosa con il reintegro dei vari Belardi, Cirillo e Di Michele, ha avuto molto spazio, e poi i due talentini della Salernitana Antonio Martiniello (’96 in prestito all’Aversa Normanna) e Giovanni Cappiello (’97), entrambi attaccanti e capocannonieri in passato delle rispettive categorie giovanili.

Una bella carrellata di giovani di assoluta prospettiva. So che conosci Ciro Immobile in quanto lo hai visto crescere ai tempi del Sorrento, viste anche le recenti dichiarazioni del suo ex tecnico Ventura, cosa pensi della sua esperienza in Germania, è stata la scelta giusta?
Ciro è un ragazzo straordinario, per bene, umile, già dalle giovanili si vedeva che aveva qualcosa in più degli altri, al termine di quell’anno la spuntò la Juve che fece davvero un grande colpo. La scelta di andare a Dortmund è stata una scelta importante, anche io l’avrei fatta, d’altronde in Italia a quelle cifre era difficile da prendere. Poi il Borussia è davvero una società di primo livello, gioca la Champions e sinceramente non capisco perché Klopp non lo utilizzi con continuità. Non bisogna dimenticare che il calciatore è un essere umano, cambiare nazione, cambiare abitudini in breve tempo non è facile, a partire da una cosa banale come può essere il cibo fino ad arrivare alle pressioni dell’ambiente, d’altronde è stato l’investimento più importante del mercato dei tedeschi. Sono sicuro che in questa fase finale e l’anno prossimo Ciro saprà riscattarsi e dimostrare a pieno il proprio valore. Non è che un anno si è fenomeni e quello successivo si diventa bidoni, basta pensare anche a Cerci. Poi magari ci sono i giocatori più sfrontati come Candreva, il quale dopo i fischi iniziali per i suoi trascorsi romanisti ha saputo diventare un simbolo per la tifoseria laziale, oppure giocatori come Marco Verratti che arrivano in una grande piazza come Parigi presentati come giovani interessanti e dopo pochi mesi diventano titolari inamovibili. Cosa penso di Verratti? L’ho conosciuto ai tempi del Pescara, che dire? Lo vidi per la prima volta a 16 anni in un Taranto-Pescara. Andai in Puglia per vedere da vicino l’attuale centrocampista del Catania Sciaudone, ma a sorpresa il tarantino non venne schierato mentre l’allora tecnico degli abruzzesi Galderisi decise di mandare in campo questo talento incredibile. Mi stupì sin da subito per la tranquillità con cui andò in campo e la sicurezza e l’eleganza con cui gestiva il pallone, in questo è senza dubbio tra i migliori al mondo, e in quella gara servì anche l’assist per il momentaneo vantaggio di Felci.

Andiamo ora sul Napoli, una stagione che sta evidenziando i soliti limiti dei partenopei, mancano solidità in difesa e qualità a centrocampo e la Juve è ancora troppo lontana. Cosa pensi inoltre di Benitez? Sarà l’allenatore del Napoli anche nella prossima stagione?
Rafa Benitez ha un curriculum indubbiamente importante però credo che gli allenatori stranieri in Italia facciano fatica, vedi anche Garcia quest’anno. Mi spiego meglio, sembra sempre che loro squadre possano arrivare in alto ma il gap con la Juventus resta incolmabile e i bianconeri a mio avviso non sono nemmeno questa macchina di guerra che ci vogliono far credere. È semplicemente un discorso di percezione, gli italiani, come Allegri, sanno gestire meglio i momenti, ecco Benitez paga proprio questo. Poi non c’è dubbio la rosa è insufficiente in alcuni reparti. Per quanto riguarda la porta, Rafael a me non fa impazzire, appare spesso distratto e non dà sicurezza, Andujar è un buon portiere ma non credo possa essere il futuro del Napoli. In difesa Albiol non ha più quella cattiveria che aveva ai tempi del Real, Koulibaly è un giocatore di prospettiva ma per ora paga l’inesperienza, Strinic ora sta vivendo un momento di leggero appannamento, Ghoulam è un giocatore tutto sommato normale, Maggio inizia ad avere una certa età e Zuniga è stato praticamente inutilizzabile sempre. Il centrocampo si sa, fatica ad impostare il gioco: Jorginho soffre delle pressioni della piazza, mi ricorda un po’ il Cigarini partenopeo, mentre David Lopez, Inler, Gargano sono buoni giocatori ma non ti fanno fare il salto di qualità. Il reparto offensivo invece è semplicemente devastante: Higuain sta dimostrando di essere il centravanti più forte del nostro campionato, Gabbiadini è fortissimo, Zapata quando entra fa sempre bene, Hamsik seppur fuori ruolo sta dimostrando che in questa Serie A può ancora fare la differenza e poi è indubbia la qualità dei vari Insigne, Mertens e Callejon. Qualora il Napoli dovesse arrivare in fondo in Europa League e attualmente ci sono delle buone possibilità in quanto è una delle favorite, poi non dimentichiamoci che è in corsa ancora per la Coppa Italia e per il secondo posto, sarebbe difficile da esonerare un tecnico che raggiunge questi risultati. Tuttavia ci sono diverse situazioni che fanno presupporre un ciclo quasi finito, Callejon non resterà a Napoli, in questo periodo è distratto e sembra rimasto ancorato alle sirene del mercato di gennaio, la posizione di Higuain anche è tutta da verificare. Non saprei fare un nome per il dopo Benitez ma sono certo che il Napoli ha bisogno di un allenatore importante e non di una scommessa. Sicuramente opterei per un italiano o uno straniero magari come Mihajlovic che conosce bene le dinamiche del nostro calcio. Montella? Per me è un allenatore eccellente, in questi due anni, senza Gomez e Rossi, ha sempre portato la Fiorentina in alto, provate a togliere per 6 mesi alla Juventus Tevez e Pogba, o all’Inter Icardi e Palacio, non credo sia la stessa cosa.

Si ringrazia Salvatore Nardi per la disponibilità