Correva l’anno 1998 e sulla panchina del San Lorenzo sedeva un certo Alfio Basile. Non proprio un nome sconosciuto, anzi, visto che cinque e sette anni prima aveva condotto l’Argentina alla conquista della Coppa America.
Di trofei, in quell’anno, nemmeno l’ombra, nessuna gioia per la hinchada, la calda tifoseria rossoblù. Solo un terzo posto nel torneo di Clausura, alle spalle di Boca Juniors e River Plate. Sicuramente non il ricordo più bello per l’ex commissario tecnico della nazionale argentina.
Ma nonostante questo, Basile quell’avventura sulla panchina dei Matadores non la scorderà mai. No, niente gioco spumeggiante, nessun record in particolare. Solo una figuraccia, che oggi diventa il triplo imbarazzante. Intervenuto in una trasmissione argentina, infatti, il Coco ha confessato di aver cacciato un prete che, prima di ogni partita, entrava nello spogliatoio per dare la benedizione alla sua squadra: “Ordinai di cacciarlo, non volevo nessuna distrazione. E, tra l’altro, la squadra non vinceva mai”.
Quel prete, allora, era l’arcivescovo di Buenos Aires. Probabilmente il nome non lo conosceva, forse non interessava. Oggi, però, lo conosce bene, anche troppo: Jorge Mario Bergoglio. Proprio così, quella “scomoda” presenza nello spogliatoio era l’attuale Papa Francesco: “Solo dopo che quel sacerdote è diventato Papa, ho saputo che si trattava della stessa persona – ha rivelato ad Olé –. Mamma mia, ho fatto espellere il Papa Bergoglio!”.
Una scena curiosa e divertente, che sicuramente Basile continuerà a raccontare con il sorriso. E probabilmente sorriderà anche il Papa, abbonato e tifosissimo del San Lorenzo, che avrà sicuramente smaltito la delusione di quell’allontanamento.