La guerra è finita. Strano dirlo a chi è cresciuto davvero nella guerra sociale di un’Argentina povera, dopo esser stato abbandonato da piccolo. Quasi beffardo, per chi nella guerra ci ha praticamente vissuto. Prima di diventare un calciatore di successo, in Europa. Dal West Ham in poi, in un viaggio iniziato prima dal Boca Juniors e poi da Londra.
Da ieri sera, verso le 18 circa, Carlitos Tevez è nuovamente un calciatore dell’Argentina. Era mancato tanto. A tutti. Soprattutto ai tifosi, che lo amano quasi quanto Messi, e ne ricordano la storia e le origini povere. Le giocate imparate per strada, e la maglietta con un barrio di Buenos Aires, ogni volta. Da Fuerte Apache, dove tutto ebbe inizio.
Può riprendere una storia che si interruppe il 16 Luglio 2011, in una calda serata estiva di Santa Fe. L’Argentina giocava in casa la coppa Sudamericana, e quella sera a Santa Fe Tevez entrò a 7 minuti dalla fine, giocò tutti i supplementari e i rigori. Sbagliando quello decisivo, che permise all’Uruguay di passare al turno successivo. Una notte maledetta, pensata e sognata troppe volte.
Negli anni amari, se li si riguarda ora. La convocazione in nazionale che mancava, e i litigi un po’ ovunque. Prima di passare alla Juventus, di recuperare il Tevez calciatore, e anche l’uomo. Ansioso di togliersi di dosso un’etichetta, quella del calciatore spacca-spogliatoio e dal carattere difficile, forse appiccicatagli con troppa fretta, a giudicare questi primi tempi a Torino. Un’annata straordinaria, con l’unico neo del gol europeo che mancava. Poi arriva anche quello, e lui è sempre più leader. Uno score impressionante in questo avvio di stagione, e Martino lo convoca nuovamente in nazionale.
Riparte da Londra, la città dove nacque l’avventura europea di Tevez, la nuova vita di Tevez con l’albiceleste. Il destino è beffardo, a volte bastardo, come quella notte a Santa Fe. Ma sa restituire. E Tevez, per scelta del destino, potrà ricominciare con la propria nazionale nello stesso stadio nel quale iniziò la sua ascesa al calcio in Europa: da Upton Park, lo stadio del West Ham. Perché tutto prima o poi torna, dopo aver lottato come ha fatto Carlitos. Non tornerà indietro un rigore di una serata troppo calda di Santa Fe, ma torna indietro una maglia. E una nuova possibilità.