Mihajlovic nel post partita ha dichiarato di aver visto in campo Cristiano Ronaldo, un paragone forte, forse un pò esagerato, ma sicuramente la prestazione di ieri di Felipe Anderson, non sfigurerebbe di certo vicino ad una di quelle del Pallone d’oro del Real Madrid. Tanta classe e grande potenza fisica, quando accellera e va in progressione sembra inafferabile, ed infatti ieri così è stato per i difensori della Sampdoria. Anderson sembra rinato, o meglio sbocciato, perchè alla Lazio in realtà fino a qualche partita fa, non era nato un bel niente. Nove milioni buttati, una trattativa estenuante per un giocatore mediocre, e invece il brasiliano classe 93′ ha smentito tutti e ripagato i più fiduciosi, altro che. Il Felipe Anderson dello scorso anno è soltanto un lontano ricordo, ci piace pensare ad un sosia, perchè tutte queste qualità non possono essere uscite fuori dal nulla.
Una crescita improvvisa, iniziata in corrispondenza del suo primo goal stagionale, rifilato nel 3-0 al Varese nei sedicesimi di Coppa Italia. Un gran goal, ma segnato ad una squadra di Serie B, con il risultato già fissato. Ma quella rete non era frutto del caso, perchè dopo pochi giorni è arrivato anche il primo sigillo in campionato contro il Parma, un goal vittoria fondamentale al Tardini, poi la grande prestazione con assist contro l’Atalanta, e poi ancora le due magie a San Siro contro l’Inter, di quelle da stropicciarsi gli occhi. Proprio come quelle della serata di ieri, due grandi discese sulla fascia saltando avversari come birilli, poi lo scarico al centro per due goal già fatti per metà, serviti in tavola insieme al gran tiro dalla distanza d’esterno sul secondo palo, che si infila all’angolino della porta difesa da Viviano.
Insomma tanto roba per palati sopraffini, giocate di alta classe. Un azione, quella del terzo goal che ricorda tanto quella famosa di Maradona nella finale di Coppa del Mondo contro l’Inghilterra. Un altro paragone forte, troppo forte, ma se Felipe Anderson giocasse tutte le partite così, poco ci sarebbe da reclamare. Candreva, un pilastro fondamentale della Lazio e della Nazionale, era pienamente recuperato, eppure Anderson a suon di prestazioni lo ha relegato in panchina. Pioli lo lascia in campo per novanta minuti, anche al momento dell’entrata in campo dello stesso Candreva. Prove tattiche in vista del derby, perchè ora il tecnico biancoceleste è in difficoltà e dovrà inventarsi qualcosa. Felipe Anderson entra di diritto nell’undici titolare, ma Candreva non può rimanere in panchina. Mauri è troppo fondamentale per il gioco della Lazio. Sicuramente Pioli ne avrà per parecchie notti prima di prendere una decisione. Ecco il video delle azioni più belle di Felipe Anderson, nella sfida di ieri contro la Sampdoria.