Nelle migliori delle ipotesi il calcio italiano dovrà prepararsi all’ennesima finestra di mercato all’insegna del low cost e dell’usato, confermando un andamento che vede le squadre di Serie A sempre più costrette ad accontentarsi delle riserve delle big d’Europa per rinfoltire le proprie rose.

Se le squadre estere sembrano non subire più di tanto la morsa del fair play finanziario, grazie a sponsorizzazioni faraoniche ed agli incassi provenienti dagli stadi di proprietà, nel nostro campionato le squadre tentano sempre più disperatamente di limitare i danni raschiando il fondo del barile con la speranza di ricavarci qualche milione da poter reinvestire nell’acquisto di uno dei tanti scontenti d’Europa.

Ed ecco che per far fronte alla crisi di liquidi che attanaglia la maggior parte delle compagini italiane potrebbe rivelarsi una buona idea tentare di portare nel belpaese quei giocatori un tempo fenomeni, che nelle loro rispettive squadre il pallone lo vedono sempre meno. Non si può allora non domandarsi se questa sia la via giusta per tentare una disperata ripresa del calcio nostrano dal coma profondo che lo affligge.

E a conti fatti la risposta non può non essere positiva, avvallata da più di un caso concreto di club italiani in grado di realizzare veri e propri colpi alla luce dei rendimenti. Si pensi alla Juve che con Tevez e Morata ora si ritrova ad un passo dalla vittoria finale della Champions League nonostante il primo fosse ai margini del suo ex club e lo spagnolo a Madrid fosse stato fin troppo sacrificato a vantaggio di Ronaldo e colleghi. Si pensi alla Lazio con l’acquisto di Klose qualche anno fa, si pensi al Napoli con Higuain. Questi i casi più eclatanti di svendite delle boutique europee rivelatesi fruttuosissime per le squadre italiane, ma non mancano, com’è normale che sia per la legge dei grandi numeri, anche casi non proprio fortunati. Si pensi all’Inter con l’acquisto di Shaqiri, diventato un vero e proprio oggetto misterioso nel finale di questo campionato, si pensi al Milan con il figliol prodigo Cerci, o alla Fiorentina con Mario Gomez.

Appare dunque inevitabile rassegnarsi almeno per il momento all’idea di vedere le nostre squadre del cuore fuori dalle aste faraoniche per i giocatori più talentuosi del mondo, ripiegando su tutti quei campioni persisi per strada, facendo di necessità virtù. E chissà che in questo modo il nostro campionato non possa davvero tornare a brillare sulla cima del mondo, ma fino ad allora non ci rimane che sperare che Van Persie, Cuadrado, Falcao e gli altri siano quelli giusti per ripartire.