“La prima volta che Robinho mi offrì la fascia da capitano la rifiutai, perché pensavo che ci fossero altri compagni più meritevoli per ragioni di anzianità, come Dani Alves. Poi quando fu Mano Menezes a chiedermi di indossarla, solo allora dissi di sì. Averla persa ora mi fa davvero male”. Parole e sentimenti di Thiago Silva, 30 anni, difensore della nazionale brasiliana e del Psg, riconosciutamente di poche parole e tanti fatti: a scatenare la sua delusione la decisione di Carlos Dunga, neo-tecnico della Selecao dopo il fallimento iridato, di assegnare i gradi di capitano a Neymar, simbolo verde-oro verso il cambiamento e il rinnovamento.
Una scelta maturata nel ritiro austriaco del Brasile, domani di scena a Vienna in amichevole: alla panchina in favore per Miranda, per Thiago Silva un’altra macchia di una carriera che l’ha visto alzare trofei e indossare la maglia della sua nazionale 52 volte, non nel giorno peggiore, quell’1-7 incassato per mano della Germania in cui era assente per squalifica. L’aria di cambiamento ha travolto anche lui: “E’ evidente che abbia poco spazio” ha spiegato Thiago ma a far male è stata la modalità di assegnazione della fascia “Io e Neymar non abbiamo parlato, avrei dovuto prendere io l’iniziativa. Lui invece è stato zitto e la cosa mi ha infastidito”. Nel calcio come nella vita, era la legge di Nereo Rocco: Neymar nel campo nasconde la palla, qui ha nascosto la fascia.
(Twitter: @GuerraLuca88)