Un gruppo di tifosi (LaPresse)

Come ogni fine stagione che si rispetti, nel calcio, ma anche nello sport in generale, si susseguono episodi che hanno come protagonisti i tifosi. Tranquilli, non tratterò dei deprecabili episodi di Fiorentina-Napoli, bensì di un fenomeno sempre attuale: i sostenitori “occasionali”. Da più parti, specialmente durante un match di grande interesse, gli impianti sportivi sono pieni zeppi di spettatori. Tutto bello, certo, ma sono episodi “fastidiosi” per chi, come l’anziano che va allo stadio o al palazzetto da cinquant’anni con regolare abbonamento, fa sacrifici tutte le domeniche per seguire la propria squadra del cuore anche quando quest’ultima non attraversa un periodo positivo.

Adesso, con il finale di stagione che si presenta davanti ai nostri occhi e, con i conseguenti incontri di cartello che regaleranno verdetti definitivi, notiamo le prevendite abituali, i botteghini di ogni rispettiva “arena sportiva” investiti da picchi di presenze, neanche lontanamente immaginabile durante il resto dell’anno. Gli stessi tifosi, che domenica assisteranno alla loro prima o seconda gara dal vivo, nel corso della stagione non ancora conclusa, hanno preferito il comodo divano, la poltrona con copertina incorporata, la partita in tv o “Quelli che il calcio”, alle intemperie, al fascino dello stadio.

Già, freddo, pioggia, vento, grandine e neve rappresentano, per i cosiddetti “occasionali”, la giustificazione che non potrà mai cadere nel calderone delle contraddizioni, dunque tutto questo finirà sempre in cavalleria. Molti di voi, anche negli anni scorsi, avranno letto striscioni appesi anche per le varie zone delle città che recitavano frasi del tipo “Occasionale porti male” o ancora “Tifoso occasionale bocciato, assente giustificato” e via discorrendo. Frasi che fanno capire quanto non sia apprezzato lo “sforzo”, chiamiamolo così, di quelle persone irreperibili fino a poche domenica fa ma che, con sorpresa, rinsaviscono quando iniziano i primi cinguettii primaverili.

Non è francamente giusto che un sostenitore di una squadra, presente, nonostante la crisi economica e altri problemi, debba rimanere fuori lo stadio per “far posto” a elementi che, molto probabilmente, non conosceranno nemmeno il numero di maglia e i cognomi dei calciatori in campo. Tutti vorremmo sempre vedere partite con il pubblico delle grandi occasioni, ma purché sia formato solo da tifosi veri, che tengono sempre ai colori della propria squadra e non solo quando esce il sole, quando la temperatura è vicina ai 30 gradi e si gioca la gara dell’anno. Il famoso scrittore Luciano De Crescenzo riguardo al mondo pallonaro diceva: «Quella del calcio è l’unica forma di amore eterno che esiste al mondo. Chi è tifoso di una squadra lo resterà per tutta la vita. Potrà cambiare moglie, amante e partito politico, ma mai la squadra del cuore». Dunque, siate tifosi. Sempre.