Dopo essersi “disintossicato” dai veleni del calcio che conta, a volte anche troppo, a pochi passi dai suoi natali, ora riparte dalle colline umbre e dall’agonismo che la cadetteria italiana. E’ la storia di Marco Amelia, classe 1982, da poche ore nuovo portiere del Perugia. Sei mesi fa difendeva la porta del Milan; a ottobre, a “soli” 32 anni, aveva deciso di tesserarsi con il Rocca Priora, squadra di un paese a pochi passi da Frascati, che milita nel campionato di Promozione laziale. La sua storia, dopo essere passata dai pali del Lecce e da una storica rete in Coppa Uefa con il Livorno, rappresentava una delle poche controcorrente nel mainstream del calcio italiano, fatto di litigi tra calciatori, polemiche settimanali sulle moviole di turno, veleni e scontri, finanche di presidenti o pseudo-tali che giustificano nei campi dilettantistici attacchi fisici all’arbitro di turno.
Da San Siro allo stadio Montefiore di Rocca Priora il passo non era stato breve, ma Marco Amelia aveva deciso di rimettersi in gioco dal “basso”, dopo aver collezionato 272 presenze tra i “pro”, 28 caps in Azzurro Italia tra Under 21 e Nazionale “A”, un Mondiale vinto nel 2006. Oggi il 32enne di scuola romanista si è legato agli umbri, attualmente a metà classifica e in crisi di risultati in serie B (con l’allenatore Camplone in bilico, c’è Atzori alla finestra per la panchina), per i prossimi quattro mesi con diritto di opzione a favore del Perugia per le prossime due. Una corte accettata dopo aver respinto la corte di Lupa Roma e Pistoiese in Lega Pro. Ora si torna a fare sul serio ma Marco lo sa: è stato un ragazzo fortunato, ora gli tocca restituire qualcosa a chi l’ha riportato nel calcio dei professionisti, da lui vissuto sempre con la solita professionalità.
(Twitter: @GuerraLuca88)