Mossul, sponda occidentale del Tigri. Una terra nell’antichità ricca, l’antica Ninive, quella che poi fu dagli arabi spostata e ribattezzata Mossul. La terza città più popolosa dell’Iraq, con quasi 3 milioni di abitanti. E l’orrore del terrorismo. Mossul, talvolta scritto anche con una sola s (Mosul), è finita in mano all’Isis nello scorso Giugno. L’avanzata del terrorismo islamico che arriva alle porte delle maggiori città dell’Iraq e che controlla un punto da sempre strategico come quello della “diga di Mossul”.

E l’orrore arriva al calcio. A Mossul ieri sono stati uccisi 13 ragazzi, la loro colpa sarebbe quella di aver guardato in tv una partita di Coppa d’Asia tra Iraq e Giordania. Il calcio è un gioco occidentale, secondo quanto pensa l’Isis ed è vietato. Mossul è quella parte nel mondo nella quale si può morire per aver guardato la propria nazionale in tv in una competizione continentale. E sembra quasi non stupirci più, perché all’orrore ci abbiamo fatto il callo. Al terrore, anche. Ma l’esecuzione dei 13 in un campo di calcio grida vendetta. L’offesa più grande allo sport, ai sentimenti dello sport.

In memoria dei 13 ragazzi morti per aver visto una partita di calcio vi proponiamo per intero la partita di calcio tra Iraq e Giordania, vista in diretta sul canale youtube della Coppa d’Asia. Viva la libertà. Viva il calcio!