Doveva essere il primo anno di una lunga serie ma così non è stato. Dopo una sola stagione (deludente) di Inzaghi sulla panchina del Milan è arrivato l’esonero proprio ieri. Al suo posto subentrerà Mihajlovic. Eppure a inizio stagione i presupposti erano più che buoni. Arrivato dopo anni di allievi nazionali dei rossoneri, dopo i 6 mesi del suo ex compagno di squadra Seedorf.
La prima giornata in casa contro la Lazio di Pioli fu una dolce illusione per il tifoso milanista. La squadra giocò bene e vinse per ben 3-1 contro i biancoazzurri. La seconda giornata porta altri 3 punti in casa del Parma, con un eurogol di Jeremy Menez da ricordare. Arriva poi la sconfitta per 0-1 contro la Juventus dell’ex Allegri. E di qui il buio, risultati ottimi alternati a clamorose sconfitte. A gennaio il Milan prova a dare una scossa ma i prestiti di Cerci e Destro non hanno aiutato. Ma l’anno milanista ha avuto anche dei riscontri positivi, quali l’esplosione di Bonaventura e la consacrazione di Menez. Finisce il campionato in decima posizione, come fosse una provinciale. Da molti anni il Milan ha perso forse quel piglio che una volta la faceva grande, che la vedeva padroneggiare per mezza Europa. Speriamo per il calcio italiano che il club di Milanello torni quello di quando Superpippo giocava, il Milan delle 7 Champions, il Milan che faceva gioire tutta Italia, perché chi ama il calcio non può non voler bene a questa squadra. Ora il club rossonero di allenatori ne ha tre sotto contratto, e come si dice, ‘three is the magic number’!