Pensavamo di fare una passeggiata contro la Costa Rica, o il Costa Rica (come diavolo si chiama) vuoi perché siamo italiani, ovvero un tantino vanitosi, vuoi per una presunzione tale da scendere in campo come undici birilli saltati sistematicamente dai centroamericani, più in palla e vogliosi di ottenere un risultato storico, e invece…Il Mondiale brasiliano è questo. Capita di vedere la Spagna campione di tutto uscire al primo turno, una Germania che travolge un Portogallo in inferiorità numerica, una Colombia già qualificata per gli ottavi di finale a differenza di nazionali più blasonate come il Brasile, che si aggrappa all’errore arbitrale della prima partita vinta contro la Croazia per andare avanti in una Coppa del Mondo che sta assumendo i crismi di un torneo difficile.
L’Italia, contro i ragazzi di Jorge Luis Pinto, nel primo tempo ha giocato come una squadra qualunque, senza quella cattiveria necessaria per vincere che tutti hanno notato nel match contro l’Inghilterra. Sarà stato il caldo, non si sa, anche perché il clima torrido dell’Arena Pernambuco di Recife esisteva anche per i calciatori avversari, mica solo per Buffon e compagni. Il problema dell’Italia è sempre lo stesso di 90 anni fa: gioca benissimo con le grandi e male con quelle compagini sulla carta sfavorite. Abate questo pomeriggio sembrava Forrest Gump in versione lumaca alla ricerca di una sistemazione sulla fascia, Thiago Motta (giustamente sostituito alla fine del primo tempo) ha assunto le sembianze di una testuggine greca (o tartaruga) in un centrocampo che, comunque, non ha brillato, Chiellini è stato in balia degli avversari (con Bryan Ruiz, l’autore del gol che ringrazia) e Balotelli ha sciupato quella palla che non doveva sciupare. Nella ripresa, nonostante gli ingressi in campo di Cassano, Insigne e Cerci, che tanto difensivi non sono, le cose non sono cambiate, anzi è stata la confusione a farla da padrone.
Il gruppo D, a conti fatti, è il girone più difficile di questa Coppa del Mondo e, il prossimo 24 giugno alle ore 18, bisognerà vincere contro la temibile Uruguay. Non è questione solo di qualificarsi al prossimo turno, ma deve essere ritrovato quello spirito che è stato fondamentale nel trionfo del 2006 in terra tedesca.