Vigor Bovolenta ci lasciava il 24 marzo di due anni fa. Il cuore dell’ex giocatore del Copra Piacenza cessava di battere durante un match di serie B2. Il fenomeno della pallavolo italiana era uno che l’appellativo in questione lo aveva meritato eccome: dal 2003 al 2008 giocò a Piacenza, conquistando una Coppa Cev e soprattutto l’affetto dei tifosi biancorossi; indossò con orgoglio la maglia azzurra nella nazionale di Julio Velasco, la più forte squadra italiana di sempre e per questo chiamata generazione di fenomeni.

Sì, lui un fenomeno lo era per davvero. In campo e fuori. Spesso definiamo così soltanto chi è o chi è stato capace di grandi gesta o vittorie, mentre occorrerebbe estendere la definizione oltre le quattro mura dell’abitudine linguistica. Ognuno è fenomeno a suo modo, anche nella vita di tutti i giorni, al di là della professione e della passione, e quell’essere tale lo si percepisce da ciò che si dà agli altri, magari pure quando non si è più fisicamente presenti.

Noi non ci lasceremo mai. Questo è il messaggio di Federica Lisi, sua moglie, nonché il titolo del libro che la stessa ha pubblicato, insieme ad Anna Cherubini, sorella di Jovanotti, lo scorso anno. Perché sarà banale dirlo, ma chi muore continua a vivere nei ricordi di coloro che lo hanno amato. La stesura del libro è stata per Federica una seconda luna di miele, un qualcosa di nuovamente vissuto con Vigor, e che lascerà una testimonianza forte e piena di verità per i loro figli, e non solo.

Il campione del volley se ne è andato senza lasciarci, come ha affermato in più occasioni la moglie. Non ha lasciato neppure gli amici, i compagni, chi lo conosceva e lo ammirava. I segni di questo esserci comunque e nonostante tutto si sono manifestati al meglio il 12 agosto 2012 quando, per la conquista della medaglia di bronzo ai Giochi Olimpici di Londra, da parte della Nazionale Italiana di pallavolo, la squadra gli dedicò il trofeo, e la sua maglia azzurra n° 16 trovò un posto prezioso sul podio. E nel Bovo Day, organizzato al Palabanca nel 2013.

E’ vero, è andato via senza lasciare solo nessuno.

foto: ilmessaggero.it