Otto anni dopo, il Watford torna in Premier League: la squadra resa celebre dalla proprietà in capo a Elton John, oggi passata di mano ai Pozzo, ha sbaragliato la concorrenza in Premiership, meritando il ritorno nel calcio inglese che conta con il serbo Slavisa Jokanovic in panchina e un’autentica multinazionale sul rettangolo verde. Lunedì 4 maggio un bus scoperto celebrerà l’evento per le strade di Watford, per raggiungere poi il noto hotel che ospita l’Inghilterra quando gioca a Wembley per un esclusivo party: più che un party sarà però una festa, all’italiana, per l’ampia componente di ex attori della serie A che veste la divisa giallorossa.
Nello spogliatoio del Watford si parlano infatti due lingue, inglese e spagnolo, ma il preparatore dei portieri è l’italiano Paolo De Toffol, con il preparatore atletico Gianni Brignardello a completare la pattuglia tricolore per un mix vincente. In campo, tanta Udinese nella periferia di Londra: dal difensore Gabriele Angella, protagonista di una stagione da incorniciare e piatto pregiato del mercato del Watford, passando per Fernando Forestieri, attaccante esterno ex Genoa e Bari, a segno in cinque occasioni, fino alla “star” Almen Abdi, svizzero-kosovaro che con Guidolin non aveva mai trovato continuità e che in questa stagione ha messo a segno ben nove reti. Annata del riscatto per Joel Ekstrand, stopper danese passato per il Friuli, messo ko a marzo dalla rottura del crociato: stagione di conferme per Odion Ighalo, attaccante nigeriano che ha vestito il bianconero di Udinese e Cesena, prima di conquistare una promozione con il Granada in Spagna e di vestire la divisa della Nigeria in marzo. A completare il gruppo due veterani come Gianni Munari, mezz’ala con il vizio del gol (tre in stagione) passata da Parma, Lecce e Sampdoria, e l’ex juventino Marco Motta. Comparse di lusso fino a gennaio sono stati Diego Fabbrini, ex enfant prodige passato poi per Milwall e Birmingham, e Mathias Ranegie, autore di un gol al Milan tre anni fa e ora in Cina.
Un salto da Premier, ma non chiamatela Udinese-2 o non datele priorità rispetto all’Italia, ha ammonito Gino Pozzo, già proprietario del Granada: “La promozione non significa che il Watford diventi la squadra più importante di famiglia, – ha sottolineato Pozzo- perché si tratta di realtà diverse e per attrezzarci bene in Premier dovremo compiere investimenti importanti. Il cuore della nostra attività resta sempre Udine”.Un Made in Italy che funziona, anche Oltremanica.
(Twitter: @GuerraLuca88)