Zanetti, dall’alto dei propri numeri e risultati, sempre con l’umiltà dei grandi veri ed autentici, ci aveva visto lungo, o meglio, aveva previsto un epilogo positivo per la sua carriera stratosferica. “Sarò sempre legato all’Inter, che fa parte della mia vita e di quella della mia famiglia. Essere interisti è bellissimo: siamo diversi da tutti gli altri, è stupendo. Continuerò a esserlo sempre, così come sempre rimarrò legato all’Inter: magari in un altro ruolo ma continuerò a essere legato a questa grande famiglia”. Lo ha detto in più occasioni, dimostrando ogni volta che per lui l’Inter è più del semplice club di appartenenza.
E’ vero, essere interisti è tutta un’altra storia. Vuoi mettere la pazienza, la sofferenza, il “ma va, cambio canale che è meglio“? E la pazzia di volerle bene sempre e comunque? Che importa aspettare, disperare, imprecare pure, se dietro c’è una storia simile a una favola? Javier Zanetti incarna alla perfezione la magia della favola nerazzurra, perché l’amore per la maglia, e ancor prima per il calcio, lo hanno reso invincibile.
Vicino al compimento dei 41 anni, decide di appendere le amate scarpette al chiodo; proprio loro, compagne di una vita, sin da quando, ragazzino, a Buenos Aires giocava sui campetti e aiutava il padre muratore. Il lavoro lo ha temprato fisicamente e anche caratterialmente: è uno che non molla. Solo l’età e la rivoluzione di Thohir avrebbero potuto fermarlo. Neppure l’infortunio dello scorso lo aveva indotto a mollare tutto.
Peccato che, paradossalmente, Zanetti saluterà il pubblico di San Siro nella gara casalinga contro la Lazio, senza la presenza dei tifosi più appassionati e calorosi, dal momento che un settore della Curva Nord sarà chiuso a causa dei cori discriminatori contro i napoletani nella gara di sabato scorso e alla conseguente decisione del giudice sportivo.
Fin dalla gara d’esordio, il 27 agosto del 1995, contro il Vicenza (match finito 1-0 con rete di Roberto Carlos) ha dimostrato di non essere uno dei tanti bravi col pallone, ma di esserlo in maniera particolare: gambe, mente e cuore, un unico pacchetto, in grado di fare la differenza. Lo spirito di sacrificio sempre vigile e la professionalità ben calzante come la fascia di Capitano.
C’è solo un Capitano. E credo sia dannatamente vero, soprattutto nell’era del calcio moderno, in cui il gossip, la rabbia e i tweet provocatori sono considerati prodezze, altro che i goal e le giocate fenomenali…
Dal suo esordio altre 615 partite in serie A, 159 nella coppe europee, 71 in coppa Italia e 10 in altre competizioni, per un totale di 856 gare e 21 gol, tutte rigorosamente con la maglia dell’Inter.
“La decisione è stata presa, Zanetti farà parte del management” ha annunciato ufficialmente il presidente nerazzurro. Una notizia dal doppio valore e in grado di suscitare nostalgia e far venire il magone a chi tifa Inter, e non solo. Ok, sarà nella dirigenza, ma non vederlo più in campo, con la fascia stretta al braccio, tenace e combattivo, che effetto farà?