Zimmermann

Dalla serie B tedesca arriva una storia tanto incredibile quanto straordinaria, per fortuna a lieto fine. Il protagonista è Jan Zimmermann, portiere tedesco dell’Heidenheim cresciuto nelle giovanili dell’Eintracht Francoforte. L’8 novembre scorso, durante l’incontro di campionato contro il St.Pauli, Zimmermann subisce un brutto colpo alla testa dall’attaccante avversario Ante Budimir. Costretto ad abbandonare il campo (ecco la drammatica sequenza fotografica), l’estremo difensore si riprende presto dalla commozione cerebrale, ma il medico sociale del club Mathias Frey lo obbliga a sottoporsi ad ulteriori accertamenti.

Il risultato della Tac è sconvolgente: tumore di 10 centimetri in una zona delicatissima, quella del cervelletto. Zimmermann è in pericolo di vita, bisogna operare in tempi rapidi e i medici decidono di intervenire chirurgicamente il 26 novembre. Il portiere non si abbatte e, circondato dall’affetto della famiglia, trova persino la forza di giocare un’altra partita di campionato 5 giorni prima dell’operazione. Poteva essere l’ultimo match della sua carriera ma Jan, dopo 7 ore di sala operatoria, si sveglia e trova persino la forza di parlare e spiegare a tutti quello che è accaduto. Il tumore, per fortuna, era benigno e il recupero procede in tempi eccezionali. Zimmermann spiega al Frankfurter Allgemeine che ha ricominciato a correre e vorrebbe tornare subito in campo, magari indossando un casco protettivo. Ma è consapevole che dovrà attendere ancora un po’: “Sarei l’idiota più grande del mondo a farlo prima che le ossa del cranio siano completamente” – racconta il portiere al quotidiano tedesco, ammettendo di aver pianto di gioia per l’arrivo del nuovo anno.

Destino, benedizione divina, coincidenza, colpo di fortuna: chiamatelo come volete, ma quello che è accaduto a questo ragazzone di 29 anni è semplicemente incredibile. Senza il brutto fallo subito da Ante Budimir, centravanti croato di belle speranze, oggi racconteremmo una storia con un finale decisamente diverso. E Jan Zimmermann questo lo sa benissimo: “Quello scontro con Budimir mi ha salvato la vita“.