Una premessa doverosa: nella Juve approdata in finale di Champions League lo zampino di Antonio Conte c’è ed è decisamente evidente. Basti solo pensare al 3-5-2, schema prediletto dal salentino, utilizzato da Massimiliano Allegri nei momenti chiave di questa competizione europea, divenuta esaltante per i bianconeri dopo i problemi accusati nella fase a gironi nelle trasferte di Madrid e Atene. Ma non solo: la tenacia del gruppo dimostrata nei frangenti difficili, è un marchio di fabbrica indottrinato dell’ex centrocampista che ha riportato la Juventus alla vittoria dopo due deprimenti settimi posti consecutivi in campionato.
A far discutere ancora oggi però, sono le frasi proferite da Antonio Conte dopo l’eliminazione dello scorso anno col Galatasaray: “Per me vedere una squadra italiana in finale di Champions da qui a tanti anni a venire sarà molto dura” e dopo aver vinto lo scudetto dei record con 102 punti con la famosa metafora del ristorante costoso: “L’Europa? Con 10 euro non si mangia in un ristorante da 100”
Aveva ragione, sebbene l’anno scorso la sua Juve sia uscita dapprima (maldestramente) nella fase a gironi della Champions e poi in semifinale di Europa League non riuscendo a segnare un gol in casa ad un organizzato ma non superiore Benfica. Probabilmente però il tecnico salentino, quando proferì la famosa frase del ristorante, si era dimenticato di un particolare decisivo che egli stesso ha più volte invocato all’alba della sua carriera, da Arezzo a Siena, passando per Bari e il primo anno a Torino: la fame.
Con quella fame la Juventus è arrivata a giocarsi il tetto d’Europa contro i marziani del Barcellona dopo un cammino memorabile, sublime. Massimiliano Allegri, degno erede di Antonio Conte, ha saputo risvegliare e stimolare nuovamente i leoni bianconeri, capaci oggi di giocarsela ovunque contro chiunque. Il ristorante era e comunque rimane caro ma dai prossimi anni la Vecchia Signora potrebbe essere ospite fissa nel competere contro le grandi d’Europa, visti i numerosi introiti provenienti da questa stagione (quasi 100 mln solo dalla Champions, ndr).
La cena è cara sì, ma quando i morsi della fame si fanno sentire, si è pronti a mangiare qualsiasi cosa in qualunque luogo. E la Juve mangia, e gode, sperando di riuscire ad assaggiare a Berlino anche la classica ciliegina sulla torta. Conte, non avevi torto e col senno di poi è più semplice parlare. Ma volte c’è qualcosa che vale più dei soldi, ad esempio il cuore: immenso, come quello degli eroi bianconeri usciti indenni dalla battaglia di Madrid. Quello stesso cuore che ti ha caratterizzato nei tre indimenticabili anni nel capoluogo piemontese.