È il 35esimo del secondo tempo, Stefano Mauri lascia il campo per far posto a Onazi, prima però si dirige verso Stefan Radu, il suo vice, per lasciargli la fascia da capitano. Ma Stefan questa volta la “rifiuta”, e chiama Danilo Cataldi, romano e laziale, classe 1994, che quest’anno sta impressionando tutti ed è diventato un punto fermo del centrocampo della Lazio di Pioli. Radu e Mauri sanno bene dell’importanza di quel gesto, delle emozioni e dei ricordi che susciterà quella fascia al braccio di quel giovanotto, per i tifosi biancocelesti. E così è stato. Subito alla mente dei tifosi sono venuti alcuni grandi del passato, gente che della Lazio ha fatto la storia. Danilo Cataldi è il settimo romano ad indossare la fascia di capitano della Lazio. Un predestinato, o forse qui il destino non c’entra nulla.
Negli primi trent’anni di storia solo Fernando Saraceni, capitano per 5 stagioni della squadra biancoceleste, che ha indossato la maglia della Lazio per 16 anni e Fulvio Bernardini capitano per 3 stagioni, erano nati a Roma. Si passa poi dopo un arco di tempo lunghissimo a tempi molto più recenti, che sono ancora vivi nei ricordi di alcuni tifosi laziali. Negli anni 80′ Bruno Giordano, 10 anni alla Lazio ma capitano solo nella stagione 1984/1985 prima del passaggio al Napoli, e Massimo Piscedda, uno degli eroi della Lazio del meno nove. Infine Alessandro Nesta e Paolo Di Canio, il primo, capitano indimenticato, simbolo dell’era vincente di Cragnotti, il secondo invece tornato alla base dopo le esperienze in giro per l’Italia e per l’Europa, simbolo dello spirito della lazialità.
Ieri invece è toccato al giovane romano classe 94′, e ora i tifosi sperano che Cataldi possa diventare un simbolo di questa squadra, una bandiera, di quelle ormai rare e in via d’estinzione in un calcio business per imprenditori, procuratori e calciatori in cerca di contratti milionari. Sognando quel capitano mai dimenticato con il 13 sulle spalle…