Notte di Champions League. Ancora una volta si deve sciorinare tutto il repertorio possibile e inimmaginabile di frasi fatte.
La palla è rotonda. Nel calcio tutto è possibile. Klopp è un mago. Mourinho è pur sempre lo Special One. I tedeschi non mollano mai. Gli inglesi a casa loro si esaltano. Niente di più vero.

Londra– Josè Mourinho butta nella mischia Eto’o, uno che ha una certa confidenza con la Champions League, per ribaltare il 3-1 del Parco dei Principi. Per innescare il camerunense il tecnico portoghese si affida al trio Willian-Oscar-Hazard e opta per una mediana robusta inserendo Lampard (Ramires squalificato) a fianco di David Luiz. Blanc risponde con gli stessi undici di Parigi, fatta eccezione per Lucas al posto dell’infortunato Ibrahimovic, con Cavani che torna nel ruolo di centravanti.
Il Psg di difende ordinatamente ma non sfrutta a dovere le possibilità di ripartenza. Mourinho dopo 18 minuti deve fare a meno di Hazard, causa infortunio, e ripropone Schurrle sulla linea dei trequartisti. Il Chelsea si rende pericoloso soltanto nelle palle ferme e al 32°, sugli sviluppi di una lunga rimessa laterale di Ivanovic, David Luiz prolunga e Schurrle tutto solo in area col piatto destro firma l’1-0. Lo Stanford Bridge è una bolgia, i blues ci credono. La ripresa si apre sulla stessa falsariga della prima frazione. Il Chelsea fa la partita e colpisce in appena tre minuti due traverse clamorose, la prima su un bolide dai sedici metri di Schurrle e la seconda su una punizione di Oscar. Mourinho gioca la carta Demba Ba per aumentare il peso specifico in attacco togliendo un esausto Lampard. La difesa del PSG guidata dal gigante Thiago Silva regge l’urto e sfiora il pareggio in contropiede con Cavani che di sinistro spara alto da posizione favorevole. Nei dieci minuti finali i blues tentano il tutto per tutto; all’87° dall’ennesima mischia spunta il piede di Demba Ba che anticipa Maxwell e trafigge Sirigu per la rete che vale la qualificazione. Lo Stanford Bridge è in estasi. Mourinho corre ad abbracciare i suoi. Lo Special One raggiunge per il quinto anno consecutivo la semifinale di Champions League: niente succede per caso, specie in notti come questa.

Dortmund– Reduce dal 3-0 dell’andata il Real, orfano dell’acciaccato Ronaldo, si presenta al cospetto di Klopp con la tranquillità di chi sa di avere la qualificazione in tasca. La strada sembra spianata già al 15° quando l’arbitro Skomina assegna ai blancos un calcio di rigore per un mani di Piszczcek su cross di Coentrao. Di Maria scivola sul piede d’appoggio e Weidenfeller para. Il muro giallo si infiamma, il Real diventa timido e inizia a collezionare errori. Al 19° Mkitharyan si divora un gol già fatto dopo una dormita di Illaramendi; ma al 24° Reus, approfittando di uno sciagurato retropassaggio di testa di Pepe, non perdona e supera Casillas. L’urlo del Westfalen stordisce la squadra di Ancelotti che capitola di nuovo al 37° grazie a un altro errore di Illaramendi: il duo Reus-Lewandowski riparte in contropiede, il centravanti polacco colpisce il palo ma è il tedesco il più lesto di tutti a raccogliere la ribattuta. 2-0 e per il Real si prospettano 45 interminabili minuti nell’inferno di Dortmund.
Nella ripresa le merengues partono meglio e sembrano controllare il match, ma dopo un po’ il Borussia torna a farsi arrembante creando diverse palle-gol. La più clamorosa è quella di Mkitharyan che salta addirittura Casillas ma a porta vuota spara sul palo; sulla susseguente ribattuta Grosskreutz a colpo sicuro viene stoppato da Pepe. Il Real Madrid soffre e sciupa il gol della sicurezza con Bale e Benzema. Dopo quattro minuti di recupero Ancelotti e Ronaldo possono tirare un sospiro di sollievo e uscire dalla tana del Borussia con la semifinale di Champions League in pugno. Ma gli applausi sono tutti per gli uomini del mago Klopp.