Arrivato a Roma nell’estate del 2013 fortemente richiesto dall’allora neo tecnico giallorosso Rudi Garcia, l’attaccante ivoriano aveva dovuto vedersela con le perplessità dei tifosi romanisti, non proprio entusiasti delle sue qualità. In effetti l’ivoriano sbarcava in Italia dopo aver fatto grandi cose al Lille, ma soprattutto dopo aver steccato il suo primo grande appuntamento con il calcio che conta tra le fila dell’Arsenal di Wenger, in cui aveva vissuto tanti bassi e pochissimi alti. Eppure in stagione il giocatore si rivela decisivo, alimentando con le sue sgroppate ed i suoi gol le aspirazioni scudetto della Roma.

Quest’anno la svolta, o meglio l’involuzione. Iniziata la stagione con l’attenzione di tutti addosso, Gervinho illude nelle prime partite firmando grandi prestazioni. Suo il gol del 2-0 nel match di esordio in Campionato contro la Fiorentina, lui il migliore in campo nella goleada rifilata al CSKA di Mosca alla prima gara in Champions con i giallorossi. Da quel momento però Gervinho inizia a perdersi. Alla velocità, ormai un suo marchio di fabbrica, non riesce più ad affiancare la concretezza sotto porta della stagione precedente. L’ivoriano continua a correre, ma i suoi scatti si rivelano quasi sempre vani, davanti al portiere si rivela sempre poco lucido, dando vita di giornata in giornata ad una sagra dell’errore sempre più clamorosa, ma soprattutto sempre più decisiva (in negativo). Correre in fin dei conti serve a poco se arrivato in area ti lasci cadere come una foglia, ti perdi quasi sempre in un dribbling di troppo, o concludi l’azione con tiri inguardabili.

Un Gervinho talmente irriconoscibile da perdere lo status di intoccabile nello scacchiere di Garcia nel match di andata degli ottavi di Europa League, partita in cui il tecnico francese lo rilega in panchina facendolo entrare in campo a soli quindici minuti dalla fine. In Roma-Sampdoria invece si assiste all’apice della sua parabola discendente. Nonostante venga egregiamente servito da Totti e compagni l’ivoriano spreca di tutto, complice un Viviano in forma quanto basta per annullare la pericolosità della freccia nera giallorossa. I tifosi non gradiscono e stufi dell’evanescenza dell’esterno, nella parte finale del match lo inondano di critiche.

Un’involuzione tanto inspiegabile quanto influente sul suo rendimento e su quello (soprattutto) della squadra. E viene da chiedersi che fine abbia fatto il Gervinho che tempo fa tutti elogiavano come una delle rivelazioni della stagione.