La sconfitta per 2-0 contro il Milan non è proprio andata giù al patron dell’Udinese Giampaolo Pozzo, che subito dopo il termine del match non ha rinunciato a dire la sua sulla prestazione della terna arbitrale, a suo parere autrice di decisioni che hanno pesantemente condizionato l’andamento ed il risultato finale del match.

Queste le dichiarazioni: “L’arbitro ha rovinato la partita. Voleva fare il fenomeno forse. Il livello degli arbitri italiani è alto e c’è stato un salto di qualità negli ultimi anni, ma ce ne sono 2-3 scarsi che rovinano il gioco più bello del mondo. Io voglio bene al calcio, ma togliete le persone che lo rovinano. Quello che mi fa davvero arrabbiare è l’espulsione. Spero di non vedere più Valeri in giro, con tutto il rispetto umano ma non lo vorrei più vedere arbitrare”.

Il patron dell’Udinese recrimina soprattutto sul rigore non concesso ai friulani per l’aggancio in area di Armero su Badu e per il rigore concesso ai rossoneri per un presunto fallo di Domizzi su Honda, che ha provocato tra l’altro il vantaggio dei padroni di casa e l’espulsione del difensore bianconero.

Si tratta di un’uscita pesante, così come pesanti sono state altre dichiarazioni effettuate da Pozzo da quando è presidente dell’Udinese, sempre più o meno giustificate.
Valeri è stato sicuramente autore di una prestazione non sufficiente, complice la mancata collaborazione dei suoi assistenti. Ma da qui, al chiedere che ad un direttore di gara non venga più concessa la possibilità di arbitrare, impedendogli dunque di mostrare il suo vero valore, ce n’è di differenza.
Allo stesso tempo, crediamo e ci auguriamo che quelle di Pozzo siano delle accuse sì pesanti, ma scaturite da una sorta di frustrazione verso chi, in quanto ai vertici del calcio, si ostina a non introdurre la tecnologia in campo. Gli arbitri sono pur sempre esseri umani ed errare è umano, e questo lo sa anche il patron dei friulani. Non dimentichiamo che fu proprio l’Udinese nel 2010 ad introdurre in Italia la tecnologia per prevenire i gol fantasma, e quindi assicurare delle gare meno influenzate da eventuali errori o sviste arbitrali. Crediamo quindi che sia giunta l’ora che Presidenti ed arbitri si uniscano per chiedere a gran voce l’apporto della tecnologia. Perché come detto da Pozzo il calcio è un gioco, il gioco più bello del mondo e sarebbe bene che lo restasse anche nelle dichiarazioni post-partita e che questo stereotipo non si adattasse solo quando si è a calciare un pallone sul manto erboso, o a commentare episodi di violenza tra tifosi mentre si è comodamente seduti in un salottino televisivo. Serve un cambio di mentalità, di tutti, affinché si possa parlare veramente di gioco del calcio, anche quando si è usciti da una sconfitta sfortunata, immeritata o incomprensibile. Perché nel calcio non tutto può essere sempre giustificato…