Zvonimir Boban in settimana, in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, ha rilasciato alcune dichiarazioni molto interessanti riguardanti la nostra Nazionale e il calcio italiano in generale. La tattica esasperata, secondo il campione croato, avrebbe finito per sovrastare la tecnica ingabbiando così i giocatori di qualità in rigidi schemi di gioco, e in questa maniera campioni del calibro di Baggio e Rivera, o Totti e Del Piero, difficilmente avrebbero la possibilità di venire fuori in futuro.

Boban non si sbaglia anzi ha perfettamente ragione, nel nostro campionato i giocatori magari più tecnici soffrono e non poco. La formazione che questa sera affronterà la Nazionale croata è tra le meno tecniche della storia dell’Italia, le assenze di Pirlo e Verratti saranno pesantissime e anche la mancanza di un attaccante più dotato tecnicamente si farà sentire. Dando uno sguardo invece ai nostri avversari notiamo un evidente maggior tasso tecnico. Subasic, Srna, Pranjic, Corluka e Lovren non sono certo troppo affidabili e la difesa è indubbiamente il vero punto debole della squadra. Il centrocampo invece è intriso di qualità, probabilmente però a noi italiani apparirebbe leggerino. Eppure Modric e Rakitic sono calciatori formidabili e difatti giocano in due tra le squadre più forti del mondo, e coadiuvati dall’arcigno Brozovic, o, in un modulo con gli esterni, dall’esperienza di Olic e l’esplosività di Perisic, assicurano grandi giocate. Dietro le punte c’è Mateo Kovacic, lo conosciamo bene. Finora tanti alti e bassi all’Inter ma è pur sempre un classe ’94 e ha già dato più volte vari assaggi della sua immensa classe. Anche in attacco i balcanici non scherzano. Mario Mandzukic non ha certo bisogno di presentazioni mentre il nuovo talento del calcio croato Kramaric è tutto ancora da scoprire.

Basterà la cattiveria agonistica trasmessa dal ct Antonio Conte per battere questa Croazia? Lo scopriremo stasera. Le condizioni climatiche (addirittura Italia-Croazia sembra essere a rischio) potrebbero darci una grossa mano abbassando inevitabilmente il livello tecnico di una gara tra due filosofie di calcio, con le rispettive lunghe storie alle spalle, a confronto.