Per il Parma è crisi nera. Ieri al Tardini è andato di scena lo scontro salvezza contro il Sassuolo e gli uomini di mister Di Francesco hanno avuto la meglio vincendo per 3 a 1 e ottenendo così la prima vittoria di questo campionato. I padroni di casa invece apatici e quanto mai svogliati finiscono relegati nell’ultimo posto in classifica. Niente è rimasto di quel Parma che la scorsa stagione ottenne all’ultima giornata il sesto posto e quindi l’accesso di diritto all’Europa League.
I problemi nascono proprio da questa estate. La mancata concessione della licenza Uefa e la conseguente esclusione dall’Europa in favore del Torino hanno sconvolto e non poco l’ambiente emiliano. Il presidente Ghirardi ha dapprima annunciato e poi ritirato le proprio dimissioni, il dg Leonardi è stato poco attivo sul mercato e la squadra è rimasta scossa da tutto ciò. Un gruppo oggi che sembra rimasto ancorato allo scorso anno, appagato da un’Europa meritata sul campo e mai giocata per presunti problemi burocratici. Una squadra lasciata allo sbando e in balia di tifosi imbufaliti, ma che sembra anche aver già dato quasi tutto, in quanto non è stata rinforzata e ringiovanita come si doveva, a rimarcare quasi la mancanza di un progetto vero e proprio.
Le poche note positive, Coda, José Mauri, Jorquera, unite alla buona dose realizzativa di un Cassano non del tutto soddisfatto in quanto costretto a non partire negli ultimi giorni di mercato, non bastano a reggere la cosiddetta “baracca”. Belfodil è ormai irrecuperabile, Amauri è andato via, il centrocampo manca di qualità e quantità, gli esterni praticamente non esistono e la difesa con Paletta infortunato e Lucarelli in evidente affanno è costantemente battuta ed è la peggiore della Serie A. Serve un segnale forte, quello che è mancato in questa estate caratterizzata da rassegnazione e false speranze, e a pagare purtroppo, come spesso succede, potrebbe essere proprio uno dei maggiori artifici della cavalcata dello scorso anno, Roberto Donadoni.