La giornata non è iniziata nel migliore dei modi presso i piani alti della Fifa, a Zurigo. Per ordine degli Stati Uniti infatti, all’alba sono scattate le manette per ben sei membri del massimo organismo mondiale del calcio, tra cui figura niente meno che il Vicepresidente Fifa Jeffrey Webb. Tra i capi di accusa rivolti ai sei si registrano corruzione, frodi, riciclaggio e addirittura associazioni a delinquere. Gli arrestati, attualmente in Svizzera in attesa che vengano completate le procedure per l’estradizione verso gli Stati Uniti, avrebbero la colpa di aver pagato e accettato tangenti nel corso degli ultimi 24 anni, scatenando una tangentopoli tutta pallonara.
Ma non è tutto, perché la polizia elvetica ha reso noto di aver effettuato alcune perquisizioni presso la sede Fifa di Zurigo, alla ricerca di documentazione sui criteri ed i modi con cui sia effettivamente avvenuta l’assegnazione dei tanto discussi Mondiali del 2018 e del 2022 in programma in Russia e Qatar, puntualizzando comunque come le perquisizioni non siano affatto legate ai mandati di arresto provenienti dall’America.
Un periodo non proprio eccellente per la Fifa, ma soprattutto per Sepp Blatter, anche alla luce del fatto che gli arresti sono arrivati a soli due giorni dalle elezioni del nuovo presidente Fifa, la cui rosa di candidati vede il recidivo e favoritissimo Joseph Blatter (che in caso di elezioni avvierebbe il quinto mandato consecutivo) ed il Principe giordano Bin Hussein.
Dunque apparentemente non colpito dalle indagini Blatter, nonostante alcune voci circolate in mattinata che indicavano il suo nome come presente nella lista dei quattordici indagati, notizia tra l’altro prontamente smentita.
La Fifa da canto suo ha cercato di difendersi tramite il responsabile della comunicazione Walter De Gregorio, che ha dichiarato come la Fifa in questa vicenda sia solo parte lesa ed ha confermato la realizzazione delle prossime due edizioni dei Mondiali e dell’elezione del nuovo Presidente Fifa. Il portavoce ha anche risposto a quanti alla luce degli arresti hanno chiesto in queste ore le dimissioni di Blatter, affermando che il numero uno svizzero non avrebbe alcun motivo valido per dimettersi dalla sua carica in quanto non coinvolto nelle indagini.
Non si sa quali ripercussioni avranno gli arresti di questa mattina sulla votazione che si terrà il prossimo 29 maggio e che sulla carta dovrebbero sancire l’ennesima vittoria del potente Blatter, ma ciò che è certo è che la reputazione dell’ex colonnello svizzero non è mai stata così bassa.