Sarà stato Papa Francesco, le preghiere dei tanti argentini presenti a San Paolo, il pizzico di buona sorte che non guasta mai, ma l’Argentina deve ringraziare qualcuno in cielo per il passaggio ai quarti di finale di questo avvincente Mondiale brasiliano. Il caldo, l’umidità, la tensione, la stanchezza, sono state deleterie per la formazione di Sabella, che ha risentito anche della scarsa vena di Higuain, oggi più che mai assente e turista nel bellissimo impianto sportivo. Ha deciso una rete di Angel Di Maria, a pochi minuti dalla fine del secondo tempo supplementare, che ha evitato la lotteria dei rigori, nella quale “l’Albiceleste” avrebbe rischiato un’eliminazione assurda e dolorosa che avrebbe provocato suicidi di massa a Buenos Aires e dintorni. Sabella, da persona fortunata qual è (bisogna pur dirlo) ha portato la sua squadra tra le prime otto del mondo, nonostante convocazioni alquanto discutibili, ancora oggetto di litigi tra i sostenitori sudamericani.
In una partita come quella di oggi, Carlitos Tevez sarebbe servito con la sua velocità e voglia, mancata a qualche calciatore apparso fuori forma. Ma il selezionatore argentino ha in squadra un calciatore che risponde al nome di Leo Messi, anche oggi protagonista nell’assist della rete decisiva. Con lui in rosa, anche una squadretta di provincia potrebbe giocarsi la vittoria finale di un torneo importante, figuriamoci il Mondiale. Messi è tutto: velocità, estro, gol, assist al bacio; insomma quel numero 10 che vorrei avere a disposizione nelle partitelle sulla spiaggia. Non solo l’asso del Barcellona, però, anche “El Ciquito” Romero ha fatto la sua parte, abbassando la saracinesca nell’unica occasione svizzera del primo tempo. Successivamente, tanto sole e crema abbronzante per il portiere della Sampdoria (nell’ultima stagione al Monaco), uscito dal terreno di gioco con un bicchiere di Caipirinha in mano, causa rilassamento.
Non mi nascondo, vedere una finale tra Brasile e Argentina sarebbe straordinario, non solo per lo spettacolo, ma anche per le emozioni che si potranno vivere in un “Maracanà” già pieno in ogni ordine di posto. Il destino sembra tirare dritto verso questa direzione, per una serie di motivi. I verdeoro sono stati salvati dal palo colpito dal cileno Jara, durante la serie dei penalty battuti nel primo ottavo di finale contro il Cile; l’Argentina, invece, è stata graziata da Dzemaili, sfortunato nel colpire il montante a pochi metri dalla porta difesa da Romero. Secondo il fato, tutto sembra deciso, ma attenzione ai prossimi avversari che entrambe le nazionali troveranno sulla loro strada. Contro di loro, tutti danno il 110%.