Se la tripla da distanza siderale di Kris Jenkins è già entrata di diritto nella storia della March Madness, anche il primo titolo NCAA conquistato dai Wildcats di Villanova (1985) ha rappresentato una pagina fondamentale del college basketball, almeno per quanto riguarda gli ultimi 30-40 anni. Ad accomunare le due compagini, tra le altre cose, due figure di chiara discendenza italiana, ossia il mitico coach Rollie Massimino e il Most Outstanding Player di questa edizione, Ryan Arcidiacono: se quest’ultimo, infatti, è risultato essere il giocatore di maggior impatto nell’intera stagione dell’università di Radnor Township, sobborgo di Philadelphia, Massimino è stato invece la guida tecnica e morale di quei Wilcats capaci di sovvertire ogni pronostico nella finalissima di Lexington (Kentucky), riuscendo ad avere la meglio nientemeno che sulla Georgetown di un certo Patrick Ewing. Ripercorriamo dunque in breve quell’inaspettata stagione 1984/1985, iniziata non di certo sotto i migliori auspici e terminata in trionfo.
Come nel caso della Villanova dello scorso anno – eliminazione al secondo turno per mano di North Carolina State – la stagione precedente al successo del 1985 ha vita breve per i ragazzi di coach Massimino, che si devono arrendere anch’essi nel Second Round contro la più quotata Illinois. La stessa stagione 1984/85, almeno agli inizi, sembra peraltro non discostarsi più di tanto da quella antecedente: per via del modesto record fatto registrare prima del Torneo (19-10) i Wildcats devono accontentarsi solamente di una testa di serie numero 8 nel MidEast Regional, dovendo oltretutto debuttare contro Dayton (n.9) proprio in casa dei loro avversari. Al termine di una gara serrata, però, i Wildcats riescono ugualmente a spuntarla col punteggio finale di 51-49, grazie ad un lay-up nei secondi finali da parte di Harold Pressley. Nel secondo turno ha luogo il primo di una lunga serie di upsets, in quanto a cadere sotto i colpi dell’università della Pennsylvania è la testa di serie numero 1, vale a dire Michigan, sconfitta 59-55. Ad alzare bandiera bianca nelle Sweet Sixteen è invece Maryland, la quale lotta sino alla fine dovendo però arrendersi per 46-43. Nella finale del Regional, valida per l’ingresso nelle Final Four, è poi la volta della North Carolina (2) di coach Dean Smith, sconfitta nettamente con il punteggio di 56-44.
Dopo aver ottenuto il successo nella semifinale contro Memphis (52-45), per Villanova è arrivato infine il momento di vedersela con i temibilissimi Hoyas di Georgetown, vincitori del Torneo nel 1984 grazie soprattutto alle prestazioni sensazionali di Ewing, nominato in quell’occasione Most Outstanding Player. La maggior parte dei 23.124 spettatori assiepati sulle tribune della Rupp Arena – ben pochi in confronto agli oltre 70.000 dell’edizione odierna – pensa di trovarsi davanti al classico scontro tra Davide e Golia, dove però quest’ultimo non ha alcuna chance di venire sconfitto: i giocatori di Villanova sono però di diverso avviso, dando così il via ad un testa a testa senza esclusione di colpi che si protrae per tutto il primo tempo. Anche nella seconda frazione il divario tre le due squadre rimane ridotto ai minimi termini, almeno fino ai minuti conclusivi: dopo aver messo la testa avanti, i Wildcats rallentano quanto più possibile il ritmo, arrivando al punto di condurre per 59-54 con meno di un minuto e mezzo rimasto sul cronometro. Nel finale di gara Georgetown ricuce fino al -2, ma con soli 2 secondi rimasti da giocare la palla giunge nelle mani di Dwayne McClain, che si butta a terra e lascia scorrere il tempo rimanente: 66-64 il punteggio alla sirena. Villanova scrive così la storia, rendendosi protagonista di uno degli upset più clamorosi d’ogni epoca nel college basketball.